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TREVISO La mamma era stata contagiata poco prima del parto. E una volta venuto al mondo, anche il suo bambino è immediatamente risultato positivo al coronavirus. Si tratta del primo caso di trasmissione diretta registrato nell'ospedale di Treviso da quando è scoppiata l'epidemia. Il piccolo è venuto alla luce il mese scorso, nel pieno della crescita esponenziale dei contagi legata alla seconda ondata. Per fortuna non ha mai sviluppato sintomi. E ora si è negativizzato. L'attenzione resta altissima.
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Ieri mattina un'altra mamma che era stata colpita dal coronavirus, stavolta negativizzandosi prima del parto, ha dato alla luce due gemellini nati prematuramente, precisamente alla 32. settimana di gestazione. Entrambi sono stati subito trasferiti nell'unità di Terapia intensiva neonatale. Qui sono costantemente monitorati. Adesso scatteranno gli accertamenti per capire se anche loro sono stati colpiti dal virus. Gli esiti dovrebbero arrivare entro oggi, che tra l'altro è proprio la Giornata mondiale dedicata alla prematurità.
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Nel punto nascite dell'ospedale di Treviso sono stati previsti percorsi specifici.
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Il bambino viene poi tenuto a due metri di distanza dal letto, per sicurezza, nel caso in cui la mamma dovesse togliersi la mascherina o starnutire. Ma lo schema alla fine non è troppo diverso dalle misure di prevenzione contro la diffusione del coronavirus che tutti siamo chiamati a rispettare». Le cose cambierebbero se la mamma avesse dei sintomi. «Se sta male, il protocollo prevede il ricovero del bambino in Terapia intensiva neonatale, dove è assicurato il monitoraggio -specifica Lago- fino a questo momento, però, non abbiamo dovuto attivare tale percorso». (mf)
Leggi l'articolo completo suCoronavirus, ondata di ricoveri di bambini: "Il contagio tra casa e scuola"
PADOVA Diciassette sono i bimbi ricoverati in questo mese di novembre per il Covid nella pediatria dell' ospedale di Padova. In pratica, il 10% dei 170 adulti ora degenti per le complicanze causate dal virus. Un numero elevato, quindi, se si tiene conto che nella prima ondata della pandemia i contagi tra i più piccoli erano rarissimi.
Il Gazzettino