Straordinari non pagati agli eroi del Covid, sempre meno e più stremati in corsia

Straordinari non pagati agli eroi del covid e alle prese con reparti sempre più sguarniti
BELLUNO  - Straordinari non pagati, incognita delle ferie e turni che potrebbero allungarsi qualora l’Ulss Dolomiti decidesse di procedere con le sospensioni dei...

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BELLUNO  - Straordinari non pagati, incognita delle ferie e turni che potrebbero allungarsi qualora l’Ulss Dolomiti decidesse di procedere con le sospensioni dei no-vax. Gli eroi della pandemia, coloro che hanno dato anima e corpo per tamponare gli effetti del virus negli ospedali, si dicono esausti. «L’orario straordinario – spiega Mario De Boni, segretario Cisl-Fp – viene di solito liquidato ogni 6 mesi ma è stato ritardato per il covid. Abbiamo indietro tutto il 2020». La direzione sanitaria, nell’incontro di ieri pomeriggio coi sindacati, ha promesso di pagarlo entro settembre. Ma non è l’unico nodo da sciogliere. 



CASO NO VAX
All’ordine del giorno c’erano le questioni strettamente economiche. Poi sono state sollevate quelle relative alla sospensione degli operatori sanitari non vaccinati che metterà in crisi un sistema già azzoppato dalla mancanza di personale. Le risposte però non sono arrivate perché chi poteva darle non era presente. «Mi sarei aspettato la presenza della direzione strategica, o direttore generale o sanitario – fa sapere De Boni – Auspico una presenza maggiore sia nei nostri confronti che verso i lavoratori. Certo sono appena arrivati, è giusto che si guardino intorno, però è giunto il momento di un’interlocuzione con le parti. Non c’è alternativa ma necessità, lo chiedono tutti». 

LA CARENZA DI PERSONALE
Alcuni cambiamenti, all’interno degli ospedali, sono già avvenuti. Mercoledì i ricoveri di Neurologia e Pneumologia a Feltre sono stati trasferiti al sesto piano del Padiglione Dalla Palma, mantenendo i rispettivi posti letto (10 di Neurologia e 20 di Pneumologia). Mentre a Belluno l’attività chirurgica programmata di Urologia che richiede degenza è stata sospesa e le urgenze trasferite all’ospedale di Feltre, previa consulenza urologica al San Martino. Operazioni necessarie, ha spiegato l’Ulss, «per la carenza di personale e un’assenza per malattia che riguarda specialisti in Urologia». Gli effetti, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. La scorsa notte una donna residente nel Feltrino ha tentato il suicidio e, dato che la Psichiatria di Feltre è chiusa, l’hanno dovuta ricoverare al San Martino per un trattamento sanitario obbligatorio. 

INCOGNITA RICOVERI
Il punto di partenza quindi è già critico ed è legittimo chiedersi cosa accadrà quando riprenderanno i ricoveri covid. Per ora c’è soltanto un paziente positivo: un anziano fragile di 87 anni ricoverato in Malattie Infettive a Belluno. Ma in Italia, da 6 giorni, c’è una tendenza di crescita dei nuovi ricoveri ed è probabile che accadrà lo stesso anche a livello locale. Questo renderà necessario la riorganizzazione dei reparti e soprattutto l’arrivo di nuovo personale. 

IL PIANO

In parallelo c’è la questione delle sospensioni dei no-vax. «Bisogna pensare a un piano organizzativo preciso – continua De Boni – non può essere chiesto ai dipendenti un ulteriore impegno, cioè ancora straordinari e blocco ferie. Vogliamo essere messi a conoscenza di quale sia il piano dell’azienda. L’interlocuzione, al momento, sta mancando». Secondo Lorella Vidori, di Nursing Up, la riorganizzazione parziale dei giorni scorsi deriva dalle attività che erano state sospese e che l’Ulss deve ancora recuperare, oltre che dalle ferie e dal “fuggi-fuggi” generale. «La nostra voragine di personale - chiarisce Vidori – è già di base. Dove finiremo quando partiranno le sospensioni? Già ora dobbiamo scegliere tra il recupero delle attività perse e l’assistenza adeguata. Ci vorrebbe personale che faccia solo quello. I lavoratori hanno un senso di instabilità e di frustrazione mai vissuto e penso che queste cose lascino basita anche l’utenza».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino