Covid, boom di ricoveri tra i bambini: «Campagna vaccinale inceppata nella Marca»

I ricoveri per colpa del Covid tra i bambini stanno aumentando a dismisura
TREVISO - Non erano mai stati così tanti. I ricoveri in Pediatria a causa del Covid stanno aumentando in modo vertiginoso. Solo negli ultimi dieci giorni 17 bambini sono...

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TREVISO - Non erano mai stati così tanti. I ricoveri in Pediatria a causa del Covid stanno aumentando in modo vertiginoso. Solo negli ultimi dieci giorni 17 bambini sono entrati nel settore isolato del reparto dell’ospedale di Treviso. Si è quasi a due ricoveri ogni 24 ore. Compreso un neonato di 10 giorni, tuttora sotto osservazione, a quanto pare contagiato dalla madre. Per avere un metro di paragone, basti pensare che nel primo anno e mezzo di epidemia lo stesso reparto aveva registrato l’ingresso di 12 piccoli pazienti contagiati dal coronavirus. L’attenzione è massima in questo periodo. Tanto più dopo la morte a Torino di un bambino di 10 anni che era stato colpito dal Covid. 



IL PICCO
Tra i 17 pazienti ricoverati a Treviso da metà gennaio, dieci hanno meno di 2 anni. Quello più grande ancora sotto osservazione ha 9 anni. La maggior parte dei genitori ha portato i loro figli in ospedale perché preoccupati da un brusco innalzamento della febbre. Uno, in particolare, è stato colpito da una crisi d’asma alla quale si è aggiunta l’infezione da Covid. «In tutta la pandemia non avevamo mai avuto così tanti ricoveri – conferma Stefano Martelossi, primario della Pediatria di Treviso – l’incremento, in linea con i dati nazionali, è dovuto a più fattori. A cominciare da quello statistico. Oggi un terzo delle persone che risultano positive sono in età scolare. Di conseguenza, se aumentano i contagi, aumenta anche il rapporto rispetto ai ricoveri. Questo si intreccia con un altro aspetto: la variante Omicron, a differenza delle precedenti, colpisce in modo particolare le alte vie respiratorie. E quindi anche i bambini risultano più esposti». Sull’esplosione dei contagi tra i più piccoli non ci sono dubbi: oggi il Covid è entrato in 3.276 classi delle scuole trevigiane (il 63% del totale), e in oltre 1.700 è scattata la quarantena (in 1.181 sezioni è totale e in 520 differenziata in base alla situazione vaccinale degli alunni). L’incidenza tra gli under11 è arrivata a oltre 4.700 contagi ogni 100mila bambini. Un’enormità. La durata media dei ricoveri in Pediatria per Covid va dai due ai quattro giorni. Ma non ci sono regole fisse. Il neonato di 10 giorni è stato ricoverato lunedì. In questo caso la mamma aveva notato una spossatezza anomala: non succhiava più il latte come prima. E il tampone ha poi confermato il contagio. La cosa più importante è che nessuno dei bambini ricoverati a Treviso nell’ultimo periodo è arrivato a una fase critica: non ci sono stati trasferimenti in Terapia intensiva. 


IL NODO


Quel che è certo, però, è che nessuno dei pazienti con più di 5 anni era stato vaccinato contro il Covid. Così come non si erano vaccinati neppure i genitori dei bambini più piccoli risultati contagiati. Il problema è che la campagna vaccinale tra i bambini sembra essersi inceppata. I Vax-day a libero accesso hanno fatto registrare ottimi numeri. Ma a livello generale la copertura con la prima dose non è ancora arrivata al 50% dei circa 40mila bambini tra i 5 e gli 11 anni. «È ancora bassa. In questo momento abbiamo solo 549 bambini prenotati per la vaccinazione fino a domenica – avverte Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – bisogna sensibilizzare il più possibile per far aumentare le vaccinazioni anche in questa fascia d’età». Martelossi chiama in campo direttamente i pediatri: «Ormai sappiamo che è importante vaccinare tutti i bambini. Gli effetti avversi sono rarissimi. Non fare la vaccinazione contro il Covid è un errore. Come pediatri, abbiamo il dovere di proporla alle famiglie ogni volta che vediamo un bambino – conclude il primario – lo stesso discorso vale anche per le donne in gravidanza. All’inizio non c’erano dati. Ma adesso è diverso. È dimostrato che gli anticorpi passano per via transplacentare, proteggendo il bambino. C’è una doppia strada: da una parte è necessario vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni e dall’altra è necessario che i genitori con figli più piccoli si vaccinino in modo da proteggerli». 

 

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Il Gazzettino