Covid nel trevigiano, Benazzi: «I giovani sono i più irresposabili, infettano gli anziani»

Aumentano i ricoveri dei contagi Covid nel trevigiano, a diffondere il virus i giovani
TREVISO - L'ondata estiva del Covid non si ferma. I ricoveri sono in salita (110) con un incremento dal 6% al 7,9%. L'incidenza media è di 790 contagi su 100mila...

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TREVISO - L'ondata estiva del Covid non si ferma. I ricoveri sono in salita (110) con un incremento dal 6% al 7,9%. L'incidenza media è di 790 contagi su 100mila abitanti, ma ci sono 8 comuni in provincia che hanno superato quota 1.000. E la fascia più colpita, come afferma il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi, è quella tra i 30 e i 39 anni con 959 casi su 100mila.


Direttore, sono dunque i giovani i più irresponsabili?
«Vedendo i dati sembra proprio così. Magari vanno a trovare i parenti più anziani, infettandoli e creando dei problemi. Basterebbe usassero le Ffp2 e la questione sarebbe risolta visto che l'età media dei ricoverati è di 82 anni. Sono infatti le persone anziane e quelle più fragili ad avere i problemi maggiori, anche se hanno fatto la terza dose. Vengono infettati dalla nuova variante, capace di bucare le difese garantite dal vaccino. Basterebbe usare le mascherine in presenza degli anziani e non avremmo problemi».
Ci sono contagiati tra il personale sanitario?
«Abbiamo fatto il conto proprio oggi con il sindaco Conte: sono 132 persone. Devo ringraziare il personale sanitario per lo sforzo che sta facendo in questo periodo per coprire turni di colleghi ammalati. Ancora per fortuna non stiamo intaccando nessun tipo di servizio nonostante la mancanza di personale».
Com'è invece la situazione sui posti letto e come la gestite?
«Intanto aspettiamo di vedere se i ricoveri aumenteranno nella prossima settimana. Ricordo che l'80% dei ricoveri avviene per caso: gente che non ha sintomi entra in ospedale, si fa un intervento e diventa positivo. Il restante 20% sono gli anziani, che sono 22 in tutto, che sono malati di Covid sin dal principio e sono purtroppo a rischio. Pensavamo di tenere in ogni reparto un paio di stanze libere per poter isolare i cosiddetti positivi per caso. Abbiamo visto che potrebbe essere un'opzione gestibile per arrivare a fine anno a poterci permettere di chiudere i reparti Covid».
Quanti sono ad oggi i ricoverati?
«I ricoverati positivi, anche per caso, sono 117, ma di fatto i ricoverati veri, ovvero con Covid come prima diagnosi, sono circa 20 e sono tutti over 80. In terapia intensiva abbiamo solamente due persone, sempre over 80, che per fortuna sono stabili nonostante abbiano altre patologie».
Com'è la situazione quarta dose?
«Siamo intorno all'11,7%, una percentuale molto bassa, nonostante siano state spedite 24mila lettere, effettuate 20mila telefonate e mandati 18mila messaggi. Non c'è stata risposta. Solo una persona su dieci ha fatto la quarta dose ed è un altro problema: se l'avessero fatta sarebbero decisamente più protetti».
C'è una previsione di un calo nella prossima settimana?

«Noi pensiamo proprio di sì. Negli ultimi 3 giorni in pronto soccorso abbiamo avuto solamente una o due persone portate in ambulanza, contro le cinque della settimana scorsa. Nonostante tutto la curva, come prevedevano i virologi, si sta attenuando».

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Il Gazzettino