Il bar della protesta: «Non chiediamo il Green pass». Ma il sindaco segnala alle autorità

Il bar contro il Green pass
VALVASONE ARZENE - Dai no vax, ai no green pass per arrivare ai no apartheid: la confusione tra protesta a prescindere è grande. Il cartello riportato nella bacheca...

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VALVASONE ARZENE - Dai no vax, ai no green pass per arrivare ai no apartheid: la confusione tra protesta a prescindere è grande. Il cartello riportato nella bacheca social dalla signora Annamaria Fabris, della pasticceria caffè “Al municipio” di Arzene, afferma perentorio: “In piazza ad Arzene non esiste l’apartheid”. Di per sé potrebbe essere un’affermazione rassicurante sapere che nel piccolo Comune di quattromila anime della Destra Tagliamento, di segregazione razziale non si voglia sentir parlare. O quantomeno, nella pasticceria caffè della signora. Certo, si tratterebbe di apartheid a oltre trent’anni dalla sua eliminazione nel paese dove venne istiuito, il Sudafrica. La questione si fa più intricata, spinosa e attuale, leggendo il resto del manifesto che la Fabris pubblica e commenta nel post, affermando che la presentazione del green pass all’ingresso del suo locale sarebbe esclusivamente volontaria e per nessuna ragione il documento verrebbe richiesto «forzatamente ai clienti, nel rispetto della vigente norma sulla privacy».


VADE RETRO CONTROLLI


E avanti crostoli, frittelle e torte dipinte a mano per tuttI i clienti (pass o meno) afferma la titolare del caffè pasticceria “Al Municipio”. «Vi accoglieremo con mille sorrisi», scrive la titolare. Ma al telefono, appena contattata nel pomeriggio di ieri nel tentativo di comprendere che cosa accada nel suo locale all’arrivo di un cliente, l’accoglienza non è proprio cordiale: «La signora non vuole parlare con voi», risponde il signor Paolo, interpellato al cellulare della pasticceria, che prosegue «non ho parole per dire che adesso vi state svegliando. Noi accogliamo con un sorriso chi dice la verità e non gli altri». Dopo un po’ di insistenze, la signora Annamaria arriva al telefono: «Il manifesto mi è stato regalato e sono grata a chi me lo ha fatto, ora sono stanca e non voglio rispondere».


IL PRIMO CITTADINO


La sensazione è che si scrivano frasi ad effetto di cui poi non si sappia rendere conto, forse per cavalcare le proteste nei confronti del green pass, forse per altro, come sottolinea anche il primo cittadino di Valvasone-Arzene, Markus Maurmair, consultato sulla spinosa questione: «Ci troviamo di fronte a una provocazione da parte della signora Annamaria Fabris, più che a un atto concreto di disubbidienza. Tuttavia, nel rispetto della libertà di manifestare le proprie perplessità e timori, invito i titolari della pasticceria a non cadere in situazioni che possano comportare sanzioni». Sanzioni che potrebbero arrivare molto rapidamente, come spiega anche il comandante della polizia urbana, Giordano Carlin: «Siamo solo in cinque agenti in servizio in questo periodo perché il covid ha colpito anche i vigili urbani – spiega il comandante – ma siamo attivi nel costante controllo delle attività commerciali e dei locali del territorio di Casarsa, Valvasone, Arzene e San Martino. L’area è ampia, ma presenziamo scrupolosamente affinché i titolari controllino con attenzione i certificati verdi dei clienti. Le mancanze vengono sanzionate con centinaia di euro, eventualmente ripetibili».


LA SEGNALAZIONE


Ci pensa il sindaco a chiudere la questione: «La speranza è che Annamaria e Paolo sappiano ritrovare la serenità che ha permesso loro di essere apprezzati per il servizio reso alla comunità di Arzene, dando anche seguito agli impegni che si sono presi con il bando che ha loro assegnato i locali comunali che utilizzano per l’attività». Sarebbe veramente uno scherzo di carnevale se nei locali affittati dal Comune non si controllasse il green pass. Apartheid permettendo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino