Covid, per i bimbi contagiati reparto prefabbricato e pronto soccorso dedicato

Bambini e contagi
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PADOVA -  «Ci sono dieci bambini ricoverati in pediatria con il Covid e altri ne stanno arrivando al pronto soccorso. Per questo motivo abbiamo deciso di sistemare un prefabbricato collegato che farà da pronto soccorso dedicato e dentro il quale saranno ricoverati i piccoli pazienti. In questo modo loro staranno in un luogo protetto e noi potremo dividere i flusso degli arrivi al pronto soccorso pediatrico.


Sono parole del direttore sanitario Daniele Donato e testimoniamo come non c'è pace contro questo virus. Ogni giorno l'Azienda ospedaliera si deve inventare qualcosa per sostenere l'urto degli arrivi che si tratti di anziani in terapia intensiva o di bambini. Perché anche questa è una novità. Sta colpendo di più anche loro.
Ma in generale tutto l'ospedale assomiglia a un immenso telescopio che ogni giorno punta un bersaglio diverso. Ma la volta stellata è immensa e riserva sempre sorprese. Ad esempio «nella prima fase della pandemia avevamo mantenuto tutta l'attività chirurgica - dice Donato - Da una settimana invece stiamo dirottando il personale non solo delle medicine ma anche di questa attività ai reparti Covid. Significa che manteniamo tutti gli interventi programmati per trapianti oppure per gli oncologici mentre l'attività di day surgery e week surgery è stata ridotta all'essenziale. Insomma la chirurgia complessa è assicurata ma dal momento che non possiamo togliere ulteriori posti letto dall'area medica dobbiamo farlo da quella chirurgica».
«Così l'ospedale sta funzionando regolarmente. Anche se il pronto soccorso in questo momento è il reparto più sotto stress. È vero infatti che sono diminuiti gli ingressi da 280 a circa 170, ma quelli che si presentano spontaneamente sono più gravi. Mi spiego: non ci sono codici bianchi ma gialli o rossi. E fra i 70-80 che si presentano con i sintomi da Covid ne ricoveriamo da 10 a 15 al giorno. Quindi sono pazienti più difficili da valutare».
Per quanto riguarda la modalità di accoglienza «confermo che la settimana prossima avremo a disposizione il piano terra del pala sanità, l'edificio che si trova accanto al pronto soccorso centrale, da cui è collegato, e dove saranno visitati i pazienti Covid. Si stanno approntando i collegamenti per i gas medicali e per i posti letto».
Per quanto riguarda la dotazione di posti, per ora quelli a disposizione reggono. I ricoverati si aggirano mediamente fra i 170-180, con le terapie intensive arrivate a 36 posti. «Il prossimo passo, se ne avessimo bisogno, sarà fare spazio al sesto piano del monoblocco dove ci sono altri posti di area medica quelli del professor Avogaro esperto in malattie del metabolismo».
Si aggiungerebbero ai 58 pazienti ricoverati in malattie infettive su due piani. Poi altri 18 posti sono al settimo piano del monoblocco (Simioni). E due terapie semintensive una all'ottavo piano (Vianello) e una al nono (Vettor) con 18 posti ciascuna. Più tutto il decimo piano dei dozzinanti.
«Il problema in questo momento è che si è alzata l'età media fra i 70 e gli 80 anni, dunque i tempi di recupero sono più lunghi e a parità di pazienti servono più posti letto».

Mauro Giacon
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Il Gazzettino