Festa bengalese in centro con assembramento, scoppia la polemica politica

La festa dei bengalesi
MESTRE Il covid sta allentando la presa: lo provano i numeri sui contagi e il ritorno alla tanto agognata zona gialla. Quel preoccupa, adesso, è l’effetto...

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MESTRE Il covid sta allentando la presa: lo provano i numeri sui contagi e il ritorno alla tanto agognata zona gialla. Quel preoccupa, adesso, è l’effetto “liberi tutti”, quello già visto in estate e che, con ogni probabilità, si è rivelato la principale causa di questa devastante seconda ondata. La difficoltà delle istituzioni, ora, sarà riuscire a mantenere quelle linee d’ordine in grado di garantire il mantenimento dei risultati ottenuti fin qui. Fondamentale evitare, quindi, fenomeni come quelli visti sabato: da un lato l’aggregazione di massa dei bengalesi della città per la nascita dell’associazione distrettuale di Kishoreganj, dall’altra l’ormai abituale ressa del sabato sera dei giovanissimi mestrini in Riviera XX Settembre. 


MASCHERINE ABBASSATE
Il caso è stato evidenziato anche dal deputato leghista e consigliere comunale Alex Bazzaro: sabato, all’hotel Laguna Palace, il raduno dei bengalesi è decisamente finito fuori controllo. Un’orda di persone, in piedi e sedute, selfie senza mascherina e strette di mano a ripetizione. «In gioco c’è la salute di tutti e non mere questioni di religione diversa o di discriminazione - scrive Bazzaro  su Facebook - ma le immagini pubblicate nei social da qualche esponente bengalese, guarda caso vicino al Partito Democratico, sono inaccettabili. Atteggiamenti così irresponsabili non sono tollerabili e stupisce, ma non troppo, il silenzio degli esponenti della sinistra che in passato non hanno mai perso occasione di fare polemica sull’uso o meno di mascherine o altro. Chiediamo venga fatta chiarezza e vengano presi provvedimenti». Il riferimento è al consigliere della municipalità di Mestre Alì Afay, anche lui presente alla festa. «È vero, c’erano tante persone, più del previsto - spiega - probabilmente sono state invitate troppe persone, ma non appena sono arrivato ho fatto notare al personale dell’hotel che all’interno della sala c’erano ben più delle 200 persone preventivate. In pochi minuti si è provveduto ad allontanare tutte le persone in più». 


RIVIERA XX SETTEMBRE
Sabato pomeriggio, inoltre, si è ripresentato il ritorno dell’aperitivo di massa in Riviera XX Settembre. Era già successo la settimana precedente: i bar vendono d’asporto, ma i ragazzi comprano e consumano in mezzo alla via. Il risultato? «Erano almeno 300 giovani», segnalano alcuni cittadini, «con poche mascherine e nessun distanziamento sociale». «Sabato ero uscito a fare una passeggiata - racconta Massimo, 66enne mestrino - saranno state le 18, quando in Riviera XX Settembre ho incontrato una folla di ragazzi, tanti senza mascherina, altri la portavano abbassata. Sono rimasto esterrefatto. Molti avevano il bicchiere in mano, fumavano, sputavano per terra, e pareva sfidassero le forze dell’ordine: 4 pattuglie tra polizia e vigili». Le volanti, come una settimana fa, sono intervenute per disperdere gli assembramenti, ma in questo momento è come svuotare il mare con un cucchiaino: i gruppi si sfaldavano da una parte e si riformavano da un’altra.

«Quella sera è stato il culmine delle presenze - continua Massimo - ma gli assembramenti di 20 o 30 giovani è un fatto quasi quotidiano in zona M9, dalle parti di via Carducci, dove una volta ho cercato di aprire bocca che mi è stata subito chiusa con un “fatti i c... tuoi”».

«In questo caso - prosegue - sarebbe servito un intero battaglione, le forze presenti, penso, non sarebbero state sufficienti, ma è dunque questa la riposta?» Poi il pensiero volge alle figlie, all’educazione impartita. «Ho due ragazze di 20 e 23 anni che, come sono certo la maggioranza delle persone, cercano di rispettano le regole: come posso raccomandare loro di continuare così? Come posso dire “state facendo la cosa giusta”? Il prefetto e il sindaco sono al corrente di quello che succede nelle nostre strade? Sono giovani - conclude - magari a loro andrà bene, ma rischiano di contagiare qualcun altro, e non ne andiamo più fuori: anche se temo sia tardi per dire qualcosa a chi sembra sentirsi invincibile, di continuare così non possiamo permetterlo: bisogna intervenire». 

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Il Gazzettino