Alpino infetto ricoverato, 20 militari della caserma Salsa in quarantena

Alpini schierati alla caserma Salsa di Belluno (Foto archivio)
È scattato l’allarme Covid anche alla caserma Salsa, del Settimo Reggimento alpini di Belluno, in via Col di Lana. Un caporal maggiore domenica, è finito nel...

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È scattato l’allarme Covid anche alla caserma Salsa, del Settimo Reggimento alpini di Belluno, in via Col di Lana. Un caporal maggiore domenica, è finito nel reparto di Malattie Infettive: aveva la febbre ed è risultato positivo al virus. Nelle prossime ore scatteranno i tamponi a una ventina di militari dell’Esercito italiano, attualmente in quarantena. Si tratta di alpini considerati “contatti stretti” dalla Usl 1 di Belluno: ragazzi che hanno condiviso con lui il servizio di guardia in questo fine settimana o gli spazi negli uffici.

LA PAURA
Il crollo, con il ricovero in ospedale, è avvenuto dopo un fine settimana di lavoro per l’alpino. Il ragazzo era montato di guardia per effettuare il servizio venerdì, quando probabilmente non avvertiva sintomi. Il protocollo interno alla caserma, infatti, è il medesimo utilizzato all’esterno in tutti gli ambienti di lavoro, con le regole previste dai decreti del Presidente del consiglio: quindi distanziamento sociale, mascherina e misurazione della febbre. Il caporal maggiore, originario della Campania, svolge monta di guardia e svolge regolarmente la sua attività. Solo alla fine del servizio sta male. I sintomi compaiono e, vista la febbre, finisce all’ospedale dove viene ricoverato nel reparto di Malattie infettive. In realtà si è trattato di una degenza breve: il quadro clinico è migliorato subito e il caporal maggiore è stato trasferito in caserma Salsa, dove in un alloggio apposito resterà in isolamento.
L’INDAGINE
«A seguito di una positività riscontrata in un militare di una caserma del nostro territorio - spiegava ieri la Usl 1 Dolimiti -, il soggetto è stato isolato come da protocollo. I contatti stretti dello stesso saranno domani sottoposti a tampone». Da quanto si è appreso il militare avrebbe dato decine di nomi agli operatori dell’Unità di Crisi del Dipartimento di Prevenzione, diretto da Sandro Cinquetti. Un’equipe che si è subito messa al lavoro per tracciare i contatti stretti del ragazzo da sottoporre al tampone. Nessuna delle persone individuate, compreso il giovane alpino, aveva scaricato l’App immuni e tutto il lavoro certosino di indagine, quindi, è stato svolto dall’Unità di crisi. Alla fine da una rosa di 40 persone sono stati scremati i 20 commilitoni considerati “contatti stretti”. Sarebbero le persone che hanno preso le chiavi degli uffici dal collega, sono montati di guardia con lui, o a ancora hanno condiviso spazi angusti. Tutti e 20 sono stati posti in quarantena, come prevede il protocollo, in attesa del tampone. Se il risultato sarà negativo torneranno “liberi”.
I PRECEDENTI
Sembra che il caso degli alpini di Belluno non si il primo in assoluto: era già accaduto in altri reparti, fuori dalla nostra provincia. In caserma Salsa, in questo periodo di pandemia, sono limitati le persone che restano all’interno: si tiene poca gente, proprio per evitare assembramenti. Forse per questo i contatti si limitano a 20.
IL DRIVE IN

Non verrà effettuato alcun drive in mobile a domicilio, all’interno della caserma da parte del Dipartimento di prevenzione dell’Usl. Trattandosi di 20 casi i ragazzi andranno personalmente a fare il tampone in modalità drive in questa mattina nei punti dedicati a Belluno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino