La neve fa quasi come la tempesta Vaia: «Schiantati 12 alberi»

Boschi devastati dalle nevicate
Un disastro dopo l’altro, sui boschi ampezzani. La tempesta Vaia, nell’autunno 2018, abbatté migliaia di piante, per una stima di 30mila metri cubi di legname;...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un disastro dopo l’altro, sui boschi ampezzani. La tempesta Vaia, nell’autunno 2018, abbatté migliaia di piante, per una stima di 30mila metri cubi di legname; di questi, in un anno di lavoro, ne sono stati recuperati, lavorati e venduti circa 10mila metri cubi. Un anno dopo, a novembre, la nevicata abbondante, di neve pesante, ha schiantato altre 10mila piante, forse 12mila, per una massa stimata di 5mila cubi. Fra i due fenomeni sono stati schiantati gli stessi alberi che sarebbero stati abbattuti in diversi anni di razionale gestione della foresta, nei piani di taglio. 

LUNGO RECUPERO
Le informazioni arrivano da Michele Da Pozzo, dottore forestale, direttore del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, nel periodico di informazione Ciasa de ra Regoles. Il tecnico riferisce che nel corso del 2019 è proseguito il recupero degli alberi divelti da Vaia. E’ stato completato l’intervento fra Ospitale e Cimabanche, dove il disastro era ben visibile transitando sulla statale di Alemagna; si è lavorato in Valbona, oltre il passo Tre Croci; è stata ripulita la zona della Val Padeon, dove si biforca nella Val Granda. La tipologia dei due sconquassi è diversa: Vaia ha rovesciato alberi più antichi, di grandi dimensioni, in aree piuttosto delimitate. 
INTERVENTI URGENTI
La neve dello scorso autunno ha spaccato piante più giovani, con un diametro fra 20 e 40 centimetri, e in maniera più diffusa, sparsa nel territorio, nella fascia altimetrica da 1.400 a 1.700 metri. La spessa coltre di neve ha subito coperto e inglobato gli alberi o le cimase, per cui molti di questi danni saranno ben visibili solamente in primavera, con lo scioglimento. I primi interventi in urgenza hanno riguardato le strade forestali principali, le piste da sci, le tracce che conducono ai rifugi, con un faticoso impegno delle maestranze, per consentire almeno il transito durante l’inverno. 
EFFETTI DIVERSI

Nel complesso c’è la sensazione che le prime stime dei danni, dopo l’evento del 2018, sia state ottimistiche; migliaia di alberi furono infatti scalzati dal terreno, pur senza cadere a terra, e sono comunque destinati a una rapida fine. La neve pesante del 2019 ha fatto un danno diverso: ha spezzato molti alberi piccoli, con minore valore commerciale, di certo inferiore agli elevati costi di allestimento nel bosco. Ha inoltre colpito varie aree, in tutta l’ampia conca d’Ampezzo; per le Regole si prospetta dunque un’altra estate di impegnativa e costosa cura del loro territorio.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino