Cortina. Il presidio contro la nuova pista da bob, in tanti da regioni e provincie: «Non ci fermeremo»

Cortina. Il presidio contro la nuova pista da bob, in tanti da regioni e provincie: «Non ci fermeremo»
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CORTINA (BELLUNO) - «Il nostro presidio è andato molto bene: nonostante fosse di lunedì, giornata lavorativa, abbiamo avuto tanta gente, sia di Cortina e del Cadore, sia venuta da lontano, dalla Val Pusteria, dove hanno problemi simili ai nostri; altri sono saliti da Venezia, dal Trevigiano, addirittura da Milano», commenta al termine del presidio Patrizia Perucon, del coordinamento delle associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese. «Abbiamo potuto tracciare un riassunto della situazione, testimoniare la nostra presenza, prendere atto che effettivamente, con tutto il lavoro di informazione che abbiamo fatto, per ottenere trasparenza, dove non c’era, siamo riusciti a creare una rete tra i gruppi, le associazioni, le persone: credo che, in nome della salvaguardia ambientale, della sostenibilità, di un diverso approccio all’ambiente, questo gruppo vasto potrà, in futuro, impegnarsi e ottenere risultati».

L’IMPEGNO

Il lavoro delle associazioni non si ferma con la sensibilizzazione di ieri, con i cartelli affissi agli alberi che saranno presto abbattuti: «Noi saremo sempre qui – assicura Perucon – saremo una presenza tranquilla, però assidua. Siamo convinti di avere buone idee, di averlo dimostrato. Non so se riusciremo a fermare quest’opera, ma anche nel caso non si riesca ad arrestarla, veglieremo per fare in modo che ci sia il minore danno possibile». Non era sulla pista Roberta de Zanna, consigliera comunale di Cortina bene comune, anima di questa e altre manifestazioni di protesta e sensibilizzazione: un infortunio sugli sci non le ha permesso di partecipare al presidio. Ha inviato quindi un messaggio, letto ai partecipanti da Giovanna Deppi, del coordinamento ambientalista: «Oggi (ieri) non è importante se siamo in tanti o in pochi, perché quello che conta è esserci – ha scritto de Zanna – qualcuno dirà che non serve, perché è già tutto deciso, ma non è così: la presenza serve sempre. Serve a far vedere che non accettiamo supinamente le decisioni calate dall’alto. Serve alle nostre coscienze, per poter dire ai nostri figli: io c’ero e mi sono battuto per evitare la costruzione di quest’opera insostenibile». 

L’ALTERNATIVA

De Zanna ha quindi proposto una visione diversa del fare turismo, dell’utilizzo delle bellezze naturali per attività economiche, in una posizione culturale che passa dalla protesta alla proposta: «La pista da bob è soltanto uno dei temi che dovremo ancora affrontare, se vogliamo portare avanti la nostra visione, di un modo differente di pensare i territori montani, con una attenzione rivolta soprattutto ai bisogni dei residenti, a un’offerta turistica che non trasformi la montagna in un parco giochi e che tenga conto dei cambiamenti climatici. Sono numerosi gli interessi speculativi che gravitano intorno alle nostre zone e dobbiamo essere pronti a contrastarli». Fra gli intervenuti al presidio di Ronco c’era il cadorino Piermario Fop di Libera, attenta su questo e altri progetti delle Olimpiadi: «Libera riunisce associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Lo scopo nostro, l’obiettivo è dare chiarezza a queste Olimpiadi, che al momento sono opache. Devono essere sempre più trasparenti. Speriamo che la nostra presenza spinga i decisori e gli operatori a fare le cose per bene. Vogliamo capire se e come possano esserci infiltrazioni delle mafie negli appalti pubblici. Valuteremo tutti i progetti dei Giochi, per capire e far capire alle persone cosa sta accadendo. La nostra impressione è che lo sport passi sempre più in secondo piano, mentre si moltiplica il sistema degli affari». I cartelli legati agli alberi sono scritti in ladino ampezzano e in italiano. Recitano: «Sono un larice sano e bello. Non abbattermi per fare una pista da bob».

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Il Gazzettino