Pista da bob, centinaia di manifestanti a Cortina: «Opera insostenibile, non va fatta»

La protesta a Cortina contro la pista da bob
CORTINA D'AMPEZZO - Sono già più di 300, ma se ne attendono molti altri, i manifestanti che stamane, 24 settembre, si sono riuniti a Cortina per inscenare...

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CORTINA D'AMPEZZO - Sono già più di 300, ma se ne attendono molti altri, i manifestanti che stamane, 24 settembre, si sono riuniti a Cortina per inscenare una protesta contro la costruzione della pista da bob in vista delle Olimpiadi invernali 2026. Il punto di incontro scelto per dare il via all'evento è stato Piazza Dibona, dove stanno confluendo anche decine di ambientalisti non ampezzani. Il programma prevede che il corteo si diriga poi in direzione della pista da bob.

Alla protesta hanno aderito, tra gli altri, il Club Alpino Italiano, Legambiente ed Extinction Rebellion. Roberta De Zan, del comitato Cortina Bene Comune, spiega che si vuole ribadire «il no alla pista da bob, un'opera insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico». L'affluenza dal primo mattino, continua, «conferma che c'è tanta gente che la pensa così, tanti cittadini di Cortina e non perchè questo è un problema di tutti come di tutti sono i soldi che verranno spesi per quest'opera». 

Presenti, fra gli altri, i consiglieri regionali Arturo Lorenzoni e Andrea Zanoni. «I tempi previsti per la realizzazione della mega opera - commenta Lorenzoni - sono di 807 giorni. In pratica, lo stesso lasso di tempo che manca da qui all'inizio della manifestazione internazionale». Fino a questo momento «sono andati deserti i bandi dello scorso luglio e di settembre». «A motivo di questo impianto il territorio sta andando incontro a dei danni ambientali incalcolabili, e rispetto ai quali poi non sarà più possibile tornare indietro». «Sono qui - commenta - sia per dichiarare apertamente la nostra contrarietà, che per sostenere la proposta del sindaco di Innsbruck, Georg Willi: la pista da bob, già esistente nella città austriaca, dopo un'opportuna riqualificazione, potrebbe davvero ospitare le gare delle Olimpiadi 2026». «Per una volta lasciamo da parte le appartenenze e le dispute politiche e accettiamo pragmaticamente l'offerta di aiuto» conclude. 

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Il Gazzettino