Ristrutturazione albergo Ampezzo: prosciolti tutti gli imputati e cantiere dissequestrato

Il cantiere
CORTINA D’AMPEZZO - Quasi due anni di processi attorno al senso dei verbi “demolire” e “ristrutturare”. L’atto amministrativo parlava di...

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CORTINA D’AMPEZZO - Quasi due anni di processi attorno al senso dei verbi “demolire” e “ristrutturare”. L’atto amministrativo parlava di ristrutturazione, ma la procura contestava la demolizione e quindi di lavori non conformi alla licenza edificatoria. Così erano finiti sotto processo Silvia Balzan, allora responsabile dell’ufficio edilizio del Comune, accusata di abuso d’ufficio e anche di abuso edilizio unitamente all’architetto Lucio Boni e al committente proprietario italo-kazako Andrey Alexandrovich Toporov legale rappresentante della società Lajadira.

Ieri il giudice per l’udienza preliminare, Federico Montalto, ha prosciolto tutti gli imputati e dissequestrato il cantiere che ora potrà riprendere il suo cammino verso le Olimpiadi 2026. Nel frattempo l’architetto Boni è deceduto e la Balzan (difesa dall’avvocato Michele Godina) ha cambiato residenza. A loro due, ieri al termine dell’udienza, è andato il pensiero dell’avvocato Bruno Barel che con i colleghi Elisa Pollesel e Mario Pansarino hanno lavorato sul fronte penale e amministrativo per conto di Toporov. «Hanno pagato un prezzo molto alto in termini umani - dice Barel - e spiace in particolare per Boni che non ha avuto il tempo di vedersi assolto. Aveva sofferto molto per questa vicenda».
La formula assolutoria è stata del fatto non costituisce reato. Barel non manca di elogiare il magistrato Montalto: «Si capiva che aveva studiato bene tutto il dossier, ma soprattutto ci ha permesso spiegare, parlare. Davvero una bella udienza. Non capita sempre».
A scanso di possibili nuovi problemi, la società Lajadira ha ottenuto un nuovo titolo amministrativo che praticamente ricopia il primo, specificando la demolizione.
«Ora i lavori potranno riprendere - spiega il legale -, nelle prossime ore saranno rimossi i sigilli. Nel frattempo questa storia è costata milioni di euro. Solo per il nuovo titolo edificatorio abbiamo lasciato 1 milione 800 mila euro al Comune. Poi ci sono i costi legati al cantiere rimasto fermo in questi due anni».
Anni in cui c’è stato un vero ping pong tra i tribunali Belluno-Roma tra mettere e togliere i sigilli al cantiere. Uno metteva e l’altro toglieva, poi un altro ancora rimetteva. La via della giustizia è sempre lastrica di ricorsi. Non sono mancate le traversie nemmeno sotto il profilo penale: infatti, il procedimento era arrivato persino a dibattimento, ovvero nel luogo deputato ad aprire le discussioni, per ritornare poi in procura. Era il 7 settembre 2022 quando, in aula, i legali degli imputati presentano un’eccezione sull’incongruità dei capi di imputazione. Già, perché a differenza del dossier di indagine, in aula anche Toporov e Boni si erano visti raddoppiare i reati: non solo abuso edilizio ma anche abuso d’ufficio, reato proprio del pubblico ufficiale che in origine era solo in capo alla Balzan. Il giudice accoglie l’istanza e rinvia tutto alla Procura affinché riformuli le imputazioni. Si arriva così a ieri mattina, ovvero alla nuova udienza preliminare quando tutte le accuse sono cadute.
L’albergo Ampezzo avrebbe dovuto essere inaugurato alla vigilia dei Mondiali di sci 2021. Chiuso dal 2003, quando aveva 137 posti letti a tre stelle, nella nuova versione disporrà di 95 camere, prevalentemente doppie, categoria quattro stelle, forse cinque. Sarà ampliato di 1.500 metri quadrati, in una complessa ristrutturazione, con ampliamento e riqualificazione, che non costerà meno di 15 milioni di euro, più gli arredi. Ovviamente questa era la cifra di cui si parlava nel 2018 quando il progetto venne presentato pubblicamente. Oggi è facilmente ipotizzabile che ce ne vorranno molti, ma molti di più.

La filosofia che si erano ispirati i progettisti era quella di riprendere il modo di fare turismo in voga agli inizi del Novecento, in Ampezzo come nella altre valli delle Alpi, con un continuo rapporto fra l’albergo e l’esterno, fra gli ospiti della struttura e la città che li accoglieva. Il padiglione servirà anche per proporre eventi e manifestazioni a residenti e turisti. Ora avanti tutta. Il 2026 aspetta. Salvo imprevisti.
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Il Gazzettino