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CORTINA (BELLUNO) - Com’era prevedibile, la Regina delle Dolomiti si divide sulla chiusura dello storico ristorante “El Camineto”-“Il Meloncino”, dopo l’acquisto dell’immobile da parte del kazako Andrey Alexandrovich Toporov, intenzionato a trasformarlo in un albergo di lusso. Rimbalzata in corso Italia, ma anche sulla piazza virtuale di Facebook, ieri la notizia del Gazzettino ha acceso il dibattito sull’addio al locale frequentato anche da vip come Giovanni Malagò e Ilary Blasi, Marina Ripa di Meana e Adriano Panatta: «Un pezzo alla volta, Cortina rischia di perdere la propria identità», si dice da una parte; «Faranno un 5 stelle e benissimo così, ben vengano investitori che credono ancora in Cortina», si ribatte dall’altra. Un lato, quest’ultimo, su cui si schiera anche l’amministrazione comunale, almeno a sentire Roberta Alverà, vicesindaco con delega al Turismo: «Ci si lamenta che Cortina è ferma da mille anni, ma appena si muove qualcosa, ci si dispiace di nuovo. Invece penso che vada bene il rinnovamento, purché ovviamente nel rispetto dell’ambiente, perché su questo non si transige».
I COMMENTI
Postato sulla pagina del gruppo “Amici di Cortina”, l’articolo del nostro giornale pare aver scatenato una certa contrarietà all’operazione immobiliare: «Come distruggere un paese… che tristezza»; «Dovrebbero mettere dei vincoli, in posti tradizionali come questi. Ci stanno portando via tutto»; «Perdiamo delle eccellenze quotidianamente per un incerto quanto dubbioso ritorno d’immagine»; «Intervenga la Regione o chi ha la competenza». Tuttavia c’è anche chi risponde: «Ma per cosa deve intervenire?»; «Della proprietà privata ognuno fa quello che vuole», ricorda non a caso qualcun altro.
Osserva l’assessore Alverà: «Come sempre a Cortina tutto fa notizia, nel bene e nel male.
L’IPOTESI
In queste ore di subbuglio circola anche la voce che, anziché a uno chef stellato, il magnate kazako potrebbe affidare la ristorazione del futuro hotel al “Crazy Pizza” di Flavio Briatore, magari per un periodo transitorio di un paio d’anni. «L’ho sentito anch’io, però non so assolutamente se questa ipotesi sia fondata – aggiunge il vicesindaco Alverà –. Dai social sembra sempre tutto una disgrazia. Una parte della comunità vorrebbe conservare tutto immobile nel tempo, ma le cose vanno avanti, è il progresso. L’importante è che siano rispettate le norme. Ma siccome il mondo non si può fermare, vorrà dire che andremo avanti anche noi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino