Complice a spasso col palo della banda, loro liberi e il cane ai "domiciliari"

Il cane Avatar con il "palo" durante il furto
CORTINA - La banda del cashmere, che la notte del 1. novembre ha svaligiato la boutique di Corso Italia “Duca di San Giusto”, ieri mattina era di fronte al giudice, in...

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CORTINA - La banda del cashmere, che la notte del 1. novembre ha svaligiato la boutique di Corso Italia “Duca di San Giusto”, ieri mattina era di fronte al giudice, in Tribunale a Belluno. Due componenti del trio di serbi hanno definito la posizione e sono stati liberati. Il terzo uomo, quello che appare il capo, Luka Mandich, 39 anni, è ancora in cella. Per lui, che sarebbe l’autore anche degli altri colpi, l’inchiesta è ancora in fase di indagine. Agli altri due si contestava invece il solo furto a Cortina e per questo hanno chiuso il procediemento in tempi record. Si tratta di Vuk Kostic, 41 anni e Josef Andelich, 52, che, ieri, assistiti dall’avvocato Elena Peron di Vicenza, hanno patteggiato 2 anni di reclusione ciascuno, tornando il libertà.

Ancora richiuso anche il quarto “complice” della banda: il cagnolino Avatar, che diede il nome all’operazione dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Riva del Garda (Tn) che portò all’arresto dei tre serbi. L’animale veniva utilizzato come “palo” nei colpi: quando il suo padrone Mandich venne arrestato, anche lui finì in un canile a Verona e lì si trova ancora “detenuto”. La banda era specializzata in furti di abbigliamento firmati in località Vip. Colpì tra il 2 e 3 ottobre a Forte dei Marmi (LU) presso il negozio di abbigliamento “Falconeri”. Anche lì, a passeggio con Avatar il serbo riuscì a impossessarsi di 90mila euro di merce. Il 7 ottobre la banda agì al negozio Lorenzetti di Madonna di Campiglio (TN), dove però scattò l’allarme e il piano andò in fumo. Il primo novembre a Cortina: il colpo fruttò 1510 capi per 400mila euro. Vennero intercettati dai carabinieri della Compagnia di Cortina che li segnalarono ai colleghi: la banda fuggì in direzione Dobbiaco (Bz), dove vennero bloccati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino