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CORTINA - È un appartamento in centro a Cortina quello sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano su Massimo Bochicchio il 55enne nato a Capua, con residenza a Londra, indagato per riciclaggio internazionale. Sequestro preventivo di metà della proprietà, l’altra è intestata alla moglie, in uno dei due grandi condomini di via della Difesa realizzati con una importante operazione immobiliare all’epoca in cui, inizio anni 2000, venne edificata, nella stessa area, la casa di riposo.
IL VALORE
Appartamento al terzo piano dello stabile di gran pregio, e con ottime rifiniture, che insiste verso sud; nella stessa proprietà e nello stesso edificio sequestrati anche un deposito sci nel sotterranei, una cantina e ben tre posti auto. È un condominio con appartamenti per le vacanze tranne pochi residenti, dalle finestre si ammirano le montagne tutt’attorno e il campanile; poche decine di metri e si raggiunge lo struscio di Corso Italia.
L’INDAGINE
La Guardia di Finanza martedì ha sequestrato beni per 10,9 milioni di euro. Tra questi oltre all’immobile a Cortina, un vaso di Picasso e alcune opere di Giacomo Balla, oltre che denaro sui conti correnti. Secondo la ricostruzione il consulente finanziario, già radiato dalla Consob dal 1999, attraverso le sue società londinesi si sarebbe prestato a riciclare denaro dei suoi clienti proveniente da evasione fiscale o altri reati. Tra i clienti anche Daniele Conte fratello di Antonio che all’epoca, era il 2017, era l’allenatore del Chelsa a Londra e oggi alla guida tecnica dell’Inter capolista in serie A: avrebbero affidato a Bochicchio ben 24 milioni di euro da investire nel fondo Kidman. Anche altri gli sportivi caduti nella trappola, tra questi ci sarebbero Patrice Evra, ex calciatore della Juventus, Luca Bascherini, il procuratore di Claudio Ranieri e Leona Konig, compagna dell’agente Federico Pastorello. Le truffe, compreso il maxi-raggiro a Conte, erano al centro di un’indagine della procura di Modena che, secondo fonti investigative, non è collegata a quella che ha portato al sequestro di Cortina. Quando Bochicchio spense tutti i telefoni non facendosi più trovare, in molti si allarmarono, secondo gli inquirenti gestiva patrimoni sottratti ad imposizione fiscale, insomma soldi finiti all’estero irregolarmente e fondi neri. Anche la moglie non sapeva come muoversi tanto che, rivolgendosi ad un legale per consigli, si sentì dire di prepararsi al peggio, di vendere al più presto quanto possibile per avere una “provvista” da parte.
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Il Gazzettino