Centrale degli sprechi: 24 nei guai la Corte dei conti chiede 11 milioni

Centrale degli sprechi: 24 nei guai la Corte dei conti chiede 11 milioni
Ventiquattro persone e una società a giudizio davanti alla Corte dei conti del Veneto, chiamati a risarcire di tasca propria un danno quantificato in oltre 11 milioni di...

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Ventiquattro persone e una società a giudizio davanti alla Corte dei conti del Veneto, chiamati a risarcire di tasca propria un danno quantificato in oltre 11 milioni di euro, pari alla montagna di denaro pubblico gettato al vento nel progetto per la realizzazione della cosiddetta Centrale a biomasse (cogenerazione ad olii) di Conselve, in provincia di Padova, mai entrata in funzione. L’atto di citazione, lungo quasi 130 pagine, è firmato dal viceprocuratore generale Alberto Mingarelli, il quale ha lavorato più di due anni per venire a capo di una vicenda iniziata nel 2005, con l’approvazione del progetto preliminare della centrale da parte del Cosecon, il Consorzio per lo Sviluppo Economico e Sociale del Conselvano, che nel 2008 si trasformò in Attiva spa, società poi fallita.


Da allora, un finanziamento dietro l’altro, la Centrale fu completata ma, dopo il collaudo, nel maggio del 2009, non è mai entrata in funzione e dunque non ha mai prodotto energia elettrica né termica. Neppure il tentativo di affitto, esperito nel 2010 da Attiva, portò ad alcun risultato: nessuna impresa del settore fu interessata a prenderla in affitto.
Sotto accusa sono finiti innanzitutto gli amministratori succedutisi in Cosecon-Attiva, accusati di aver deciso la realizzazione della Centrale senza garantirsi la filiera di oli vegetali necessari al suo funzionamento (l’annunciato accordo con il Consorzio Agrario era in realtà inesistente), per poi decidere riduzione di potenza dell’impianto, rendendolo meno remunerativo e appetibile. A giudizio sono stati chiamati anche due dipendenti del Consorzio agrario di Padova e sei dirigenti regionali: a quest’ultimi viene contestato, a vario titolo, il mancato controllo sulle procedure e la mancata revoca del finanziamento di due milioni inizialmente accordato al progetto.

Nel dettaglio si tratta del presidente del Cosecon, Paolo Giopp, del vicepresidente Daniele Morello, del direttore generale Roberto Dalla Libera, dei consiglieri Pierluigi Gambarotto, Robertino Scapolo, Ario Rasi, Antonio Zorgati, Gabriele Zanon, Loris Tomiato, Mario Berto, Pieralberto Bacco, Francesco Bettella, Fabio Ganzarolli e Giacomo Zanellato, nonché dei componenti del collegio sindacale del Cosecon, i commercialisti Gianni Baraldo di Monselice e Maurizio Boccalon di Montagnana. E ancora: i delegati del Consorzio agrario di Padova, Pietro Vettorato di Padova e Mauro Cortellazzo di Cona; e i dirigenti della Regione Veneto Fabio Fior, di Padova e Mariano Carraro di Mestre (Ambiente), Roberto Morandi di Mestre e Ubaldo De Bei di Chioggia (Tutela atmosfera), Riccardo De Gobbi di Mestre (Politiche agro-alimentari) e Alberto Conte di Padova (Energia). In causa è stato chiamato anche il Fallimento della società Attiva spa.

Nel corso delle indagini, avviate grazie ad alcuni esposti, molti degli incolpati si sono difesi respingendo gli addebiti e negando ogni coinvolgimento nel consistente spreco di denaro pubblico. Ma la Procura della Corte dei conti ha ritenuto che agli atti vi siano elementi che provano la responsabilità di tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino