Tombini, asfalto e controlli: la Corte di Cassazione salva i sindaci

Annullata la condanna al sindaco di Quinto Vicentino per il ferimento di una donna

Tombini, asfalto e controlli: la Corte di Cassazione salva i sindaci
QUINTO VICENTINO - Un sindaco non può passare la giornata a controllare lo stato dei marciapiedi. Un conto è se vengono segnalate «anomalie della...

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QUINTO VICENTINO - Un sindaco non può passare la giornata a controllare lo stato dei marciapiedi. Un conto è se vengono segnalate «anomalie della strada», così come è assodato che «debba svolgere un ruolo di controllo sull'operato dei suoi dirigenti anche in ottica sostitutiva». Ma è impensabile che un primo cittadino si sostituisca a un dirigente per eliminare un pericolo che non era mai stato segnalato, che non era evidente e che è emerso solo perché qualcuno si è fatto male.


È una sentenza che ha fatto tirare un respiro di sollievo ai sindaci quella della Cassazione: la Quarta sezione penale presieduta da Andrea Montagni ha annullato la condanna inflitta al primo cittadino di Quinto Vicentino, Renzo Segato, ordinando un nuovo processo. Il sindaco del Comune berico, poco più di 5.900 abitanti, nel marzo del 2021 era stato infatti condannato a pagare 300 euro di multa perché una signora era inciampata a causa di un piccolo dislivello davanti a un tombino e aveva fatto causa.
Le carte bollate a carico di primi cittadini sono sempre più frequenti. Piove di Sacco (Padova) Davide Gianella era stato denunciato e poi indagato per un tubo del gas e un esproprio contestato dai proprietari. A Cogollo del Cengio (Vicenza) Piergildo Capovilla era finito a processo per aver consentito di aprire una finestra su un poggiolo. Come già avvenuto per Gianella, anche Segato ora può tirare respiro di sollievo. «La sentenza della Cassazione è importante perché viene salvaguardata la figura istituzionale del sindaco - dice il primo cittadino berico, che era difeso dall'avvocato Renzo Villanova -. E poi per me conta tanto il senso etico».


LE REAZIONI
«È sicuramente un segnale positivo - ha detto Mario Conte, sindaco leghista di Treviso e presidente dell'Anci Veneto -. Non è possibile che un sindaco oggi venga indagato per un tombino. Questa situazione ha un ulteriore conseguenza ovvero che si allontanano i cittadini dall'impegno civico come dimostra la difficoltà a trovare candidati per le amministrative». «Ogni tanto vince il buon senso», ha commentato l'eurodeputato del Pd, Achille Variati. «Non è che ci fosse una voragine: c'era un microscopico dislivello che nessuno aveva mai notato né segnalato».


LE PROPOSTE
Secondo il presidente dell'Anci è necessario risolvere al più presto la questione della responsabilità dei sindaci: «Siamo fiduciosi perché di recente abbiamo avuto un incontro con il ministro Carlo Nordio che ha manifestato la sua apertura e la disponibilità del Governo ad intervenire con tempestività». Variati ricorda che quand'era al ministero dell'Interno aveva avviato una riforma normativa su questo fronte: «Una cosa è assumersi le proprie responsabilità, un'altra diventare il capro espiatorio delle troppe demagogie di un mondo in cui anche per un semplice inciampo cerchiamo un colpevole da accusare e punire».


CONTROTENDENZA


Ci sono anche Comuni che registrano cali delle carte bollate. A Venezia fino al 2014 c'erano 300 denunce di sinistro l'anno per un totale di richieste risarcitorie mediamente superiore al milione; dal 2015 al 2021 si è scesi a 200 denunce all'anno con importi totali attorno a 750.000 euro. Le cause: disconnessioni tra i masegni, dislivelli nei marciapiedi o nell'asfalto. Il fenomeno nuovo, semmai, è quello delle querele preventive contro i dirigenti: di qui la decisione del sindaco Luigi Brugnaro di accendere una specifica polizza. Da poco conclusa la gara europea, il Comune conta di risparmiare 1.600.000 euro nei 5 anni di contratto.
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Il Gazzettino