Droga dalla Germania con il corriere pagata in bitcoin: tre alla sbarra

Droga dalla Germania con il corriere pagata in bitcoin: tre alla sbarra
BORGO VALBELLUNA - È stato chiesto il rinvio a giudizio per i protagonisti dell'inchiesta Narcoweb per la droga che arrivava col corriere e i 3 indagati...

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BORGO VALBELLUNA - È stato chiesto il rinvio a giudizio per i protagonisti dell'inchiesta Narcoweb per la droga che arrivava col corriere e i 3 indagati giovedì saranno di fronte al giudice. Al centro dell'inchiesta Gino Zago, 32enne residente a Trichiana (studio Paniz), che era riuscito a sfruttare le sue competenze informatiche e quelle del lavoro da postino che svolgeva ufficialmente. In che modo? Mettendo in piedi, secondo la Procura, un maxi-giro di spaccio in Valbelluna (anfetamina, marijuana, ma anche mdma, ovvero ecstasy, speed e ketamina).


L'acquistava sul dark web, ovvero il mondo sotterraneo di Internet (una parte di web che non è indicizzata da motori di ricerca) e pagava attraverso bitcoin. La droga arrivava in plichi postali e poi veniva detenuta in gran parte in una casa di Trichiana. L'operazione Narcoweb aveva permesso di smascherare i referenti della rete di spaccio, la prima in provincia con bitcoin investiti in droga. Oltre a Gino Zago, che lavorava per un corriere espresso, era stato arrestato anche Alessandro Rizzo, 44enne di origini pugliesi, ma residente a Trichiana (avvocato Giorgio Azzalini). L'ultimo indagato, che avrebbe però avuto un ruolo marginale, è M.D.A., 27enne di Lentiai (avvocato Roberta Resenterra). 

LE INDAGINI
«Partendo dal sequestro di 265 grammi di anfetamina in un pacco fermato al centro di smistamento a Francoforte - aveva spiegato il comandante del Nucleo Investigativo Marco Stabile - è stato scoperto un traffico gestite da un uomo della Valbelluna, che con le sue elevate conoscenze informatiche riusciva a acquistare dall'estero e piazzare la droga attraverso ignari fattorini». I corrieri che, a loro insaputa, consegnavano i pacchi con la droga venivano reclutati sugli annunci di ricerca di lavoro pubblicati sui giornali. Il capo, Zago, si sarebbe spacciato per il titolare di un'azienda reale di corriere espresso. A fronte di 20-35 euro, a seconda della distanza effettuavano le consegne portano il pacco all'indirizzo indicato. Erano stati identificati due corrieri inconsapevoli - un giovane straniero e un 70enne bellunese per i quali non ci sono state conseguenze penali. La svolta nell'indagine era arrivata con l'intercettazione dell'attività di spaccio in strada, nell'area di sosta del Parco Trichianesi nel Mondo. «Abbiamo fermato due giovani in possesso di anfetamina - aveva spiegato il comandante Stabile E da lì, la nostra attività è proseguita e siamo risaliti al presunto pusher». Nel blitz dei carabinieri erano stati sequestrati in totale: 275 grammi di anfetamina, 1 chilo di marijuana, computer e soldi (4300 euro, 2 dollari e 0,1102 bitcoin). «L'indagato (Zago, ndr) - avevano riferito i carabinieri - era sconvolto soprattutto per il computer, era un pezzo di lui del valore di oltre 5mila euro, assemblato con i migliori componenti». In quel oggetto personale erano celati tutti i segreti del suo lavoro e non si esclude che il genio informatico sia riuscito a intervenire cancellando operazioni in bitcoin, anche dopo il sequestro, mentre era ai domiciliari. Era lui a muoversi nel dark web. Si tratta di una porzione invisibile e molto piccola di internet, circa il 6% del totale, a cui si accede attraversi programmi specifici e dove è possibile assoldare killer e acquistare droga, armi e donne. 

L'UDIENZA

L'indagine, nel frattempo, è stata chiusa e il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e 3. Nell'udienza preliminare di giovedì prossimo si conoscerà la sorte degli indagati. Le posizioni più gravi riguardano Gino Zago e Alessandro Rizzo. Mentre per M.D.A. la difesa cercherà di ottenere un proscioglimento per particolare tenuità del fatto. Altrimenti chiederà un rito alternativo. 

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Il Gazzettino