PADOVA - Le palestre chiuse e le limitazioni a uscire da casa hanno costretto molte persone a cambiare le proprie abitudini, ma non a perdere i benefici dell'allenamento...
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Cosa l'ha portata a realizzare questa iniziativa?
«Vogliamo essere vicini alle persone anche in questo momento di grande difficoltà che impone impegno e un profondo cambiamento alle nostre abitudini. Si tratta di un progetto attraverso il quale vogliamo fornire non solo contenuti esclusivi agli utenti attraverso una media house dedicata ai temi della sostenibilità, ma anche supportare le persone che sono costrette a restare per molto giorno a casa. Così abbiamo aperto virtualmente le porte della scuola di yoga, organizzando lezioni non solo ai nostri iscritti, ma a chiunque desideri trascorrere un'ora di yoga e meditazione guidato dall'esperienza dei nostri insegnanti. Lezioni a partire dal livello principianti fino al più avanzato, con esercizi di meditazione e di relax».
Come funziona esattamente questo sistema di insegnamento a distanza?
«È semplice. Si crea un canale con un limite di quaranta minuti, dove l'insegnante si colloca in un ambiente ben illuminato, dotato di una telecamera per inquadrarsi e con l'ausilio di un paio di cuffie senza fili permette agli allievi di percepire meglio la tonalità della voce. Durante la trasmissione in live streaming, tutti gli utenti si collegano con un codice identificativo a dieci cifre ed entrano in chiamata. In questo specifico caso, non siamo noi insegnanti a guardare i nostri allievi, ma sono loro che ci guardano e ascoltano i nostri insegnamenti. Gli allievi sono molto contenti di questa iniziativa, tanto che l'80 per cento dei nostri tesserati ha accettato di continuare a pagare l'abbonamento per sostenerci. Grazie alla loro generosità, siamo in grado oggi di garantire con continuità il regolare svolgimento delle lezioni».
Come ha adattato il suo lavoro al periodo di emergenza?
«Non c'è dubbio che la fase epidemiologica del virus stia modificando tutti gli aspetti normali della nostra vita quotidiana. Al giorno d'oggi, lavorare con partita Iva rappresenta un grande rischio: se lo Stato se non ci dà una mano, siamo costretti a chiudere».
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Il Gazzettino