VENEZIA - Nadir Zitti e Daniela Lombardo, coppia di cittadini veneziani, sono partiti quattro mesi fa dalla laguna per affrontare un’esperienza di vita che accomunasse la...
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Volontarie veneziane bloccate in Senegal: «Aiutateci a rientrare»
Zitti e Lombardo hanno quindi raccontato il loro viaggio e l’arrivo dall’altra parte del mondo: «Appena arrivati abbiamo acquistato un furgone dove fino a pochi giorni fa vivevamo. Abbiamo poi trovato lavoro quasi subito in un vigneto con altre decine di europei qui con lo stesso sogno e proposito di lavorare duramente per continuare a viaggiare». Il coronavirus era un lontano pensiero, tanto che i due non ci hanno dato peso, ma, come è accaduto in Italia, anche lì da un giorno all’altro le cose sono cambiate. Di punto in bianco si sono scontrati con la realtà che ha sconvolto tutto il mondo: «Abbiamo preso decisioni molto drastiche e veloci tentando un rientro in patria vista l’incertezza lavorativa dato che il nostro supervisore non ci assicurava una continuità se avessimo sviluppato qualsiasi sintomo influenzale».
Questo ha fatto sì che la coppia scegliesse di spostarsi fino ad Auckland, vendendo il furgone e affidandosi ad una agenzia di viaggi per cercare di rientrare in Italia: «Una corsa contro il tempo, piena di speranza conclusa oggi (ieri, ndr), con la conferma che non potremo lasciare la Nuova Zelanda a tempo indefinito».
Soltanto che raggiungere il Belpaese si è fatto sempre più difficile, tanto da far sì che i due andassero a chiedere aiuto all’ambasciata del nostro Paese: «L’ambasciata italiana, più volte contattata, non ci dà risposte concrete se non quella di consigliare altre compagnie aeree che pare garantiscano tratte di rientro a cifre che si aggirano intorno ai settemila euro a testa». Ma in questi giorni di emergenza sanitaria i prezzi variano notevolmente, ieri il sito airnewzealand offriva voli da Auckland per Roma il 30 marzo a 967 dollari e il 2 aprile a 632 dollari.
I due veneziani sono consapevoli della situazione in cui si trovano: «Comprendiamo che questo è un momento di estrema difficoltà e sappiamo che c’è molta gente messa peggio di noi. Il Paese è in lockdown da ieri per quattro settimane e noi siamo totalmente in balia degli eventi. I risparmi, purtroppo, finiranno presto».
Il timore è quello di non riuscire ad affrontare il costo del rientro, per questo i due chiedono aiuto allo Stato: «Chiediamo dunque che il governo italiano si attivi come stanno facendo quello tedesco e francese per organizzare aerei di rimpatrio a prezzi agevolati».
Tomaso Borzomì
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Il Gazzettino