VENEZIA Dovevano rientrare in Italia lo scorso 10 marzo, ma il loro volo prima è stato posticipato al 4 aprile e poi cancellato definitivamente. Hanno telefonato e inviato...
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IL RACCONTO
«Si è diffuso il contagio e c'è il coprifuoco, non ci si può muovere e la polizia non va per il sottile: se trova qualcuno per strada lo picchia con un bastone» racconta Stefania Venchierutti, albergatrice con un hotel a Bibione e uno a Venezia che trascorre l'inverno in Senegal dove aiuta i bambini di strada e la gente povera dei villaggi. Lo scorso autunno, come ormai fa da anni, ha spedito un container di medicinali e generi di sostegno in Senegal ed è partita. Di solito in primavera rientra in Italia, ma quest'anno si è fatta raggiungere dall'amica veneziana per farle conoscere quei luoghi che ormai sono diventati la sua seconda casa. «Quando è scoppiata l'emergenza coronavirus in Africa ci trovavamo in Gambia - racconta Stefania - ci siamo subito spostate in Senegal che conosco bene e dove mi muovo con maggiore sicurezza. La Vueling inizialmente aveva spostato il nostro volo al 4 aprile e così abbiamo preso una casa in affitto e ci siamo messe in isolamento». La situazione si è però aggravata quando la compagnia aerea ha cancellato il loro di rientro. Sono quindi iniziati giorni frenetici nel tentativo di mettersi in contatto con la Farnesina e con l'ambasciata italiana in Senegal. «Siamo iscritte alla Farnesina eppure non ci hanno mai risposto - prosegue la veneziana - lo stesso è successo con l'ambasciata. Solo ieri, dopo aver lanciato l'allarme su Facebook, l'ambasciata ci ha contattate dicendo che ci sarà un volo per il rientro in Italia». Questa l'unica indicazione che sono riuscite ad ottenere, molto generica e senza alcun riferimento su quando e come sarà organizzato il loro rientro. «Ci hanno detto che ci avvertiranno un paio di giorni prima - prosegue Stefania - noi siamo pronte con le valige fatte e attendiamo che qualcuno si faccia vivo».
I PROBLEMI
Non erano comunque organizzate per prolungare il loro soggiorno in Africa così tanti giorni. Una delle due deve prendere dei farmaci che stanno per finire e anche i soldi in contanti iniziano a scarseggiare. «Non è semplice farci inviare denaro e medicinali in Africa - proseguono - tutto il mondo è bloccato. I farmaci sono stati spediti dall'Italia, ma il pacco è fermo da qualche parte a Dakar. È davvero molto complicato, speriamo che al più presto ci consentano di rientrare in Italia».
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Il Gazzettino