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Scatta la campagna vaccinale per 3.500 persone colpite da tumore, seguite all'Istituto Oncologico Veneto. Domani - 7 marzo - si sottoporranno alla vaccinazione i primi 950 pazienti (circa 800 nella sede di Padova e 150 nella sede di Castelfranco Veneto), la profilassi poi proseguirà nei successivi fine settimana. È questo il primo obiettivo messo a segno dal nuovo direttore generale dello Iov Irccs, la dottoressa Patrizia Benini. «I pazienti eleggibili per la vaccinazione sono stati selezionati dagli oncologi, perché in questa prima fase ci sono precisi criteri da rispettare - spiega il direttore generale Patrizia Benini - Le linee guida, elaborate dalla Rete Oncologica Veneta (Rov) coordinata dal professor Pier Franco Conte e condivise con la Regione Veneto, dicono che il vaccino è prioritario per tutti coloro che sono attualmente sottoposti a chemioterapia, immunoterapia o terapie a bersaglio molecolare, per i pazienti che devono iniziare il trattamento a breve e per coloro che hanno concluso il ciclo di trattamenti da non più di sei mesi. L'appuntamento per la vaccinazione, inoltre, deve tener conto delle condizioni cliniche dei pazienti stessi in base al loro programma di cura». Le somministrazioni avverranno negli ambulatori delle sedi Iov nei fine settimana, per non andare a gravare ulteriormente sull'assistenza ordinaria. Il 75% è costituito da pazienti in cura, mentre il 25% da pazienti che si apprestano a iniziare la terapia o che l'hanno terminata di recente. Questa prima fase comprende 3.500 pazienti oncologici ed oncoematologici (dei quali, circa 500 appartenenti alla sede di Castelfranco Veneto), ma i parametri di selezione verranno man mano riaggiornati a seconda delle mutate condizioni. Vista la specificità dei pazienti, durante la vaccinazione sarà sempre garantita la presenza di un medico oncologo.
«I parametri di selezione dei pazienti tengono conto della specificità del malato oncologico - spiega dalla sede Iov di via Gattamelata, la dottoressa Vittorina Zagonel, direttore del Dipartimento di Oncologia - Da un lato dobbiamo garantire la vaccinazione a tutti coloro che sono in trattamento, dall'altro dobbiamo fare in modo che le terapie in corso non interferiscano con la vaccinazione.
E non solo. «Il vaccino protegge dall'infezione da Covid - aggiunge il dottor Michele Gottardi, direttore dell'Oncoematologia nella sede di Castelfranco. Ma vanno poi considerati i danni indiretti, come il ritardo dei trattamenti se ci si ammala o si deve restare in quarantena. In questo senso l'adesione alla campagna vaccinale è molto importante anche per i pazienti oncoematologici. Non ci sono particolari controindicazioni al vaccino anti-Covid 19 per chi è colpito dal tumore: sono le stesse della popolazione generale, ovvero riferite e accertate specifiche allergie ai componenti del vaccino o concomitante stato di immunodepressione. Come per altre vaccinazioni, è importante effettuarla nel momento in cui c'è la risalita dei globuli bianchi e non nel momento in cui la conta è al minimo». Intanto il 94% del personale dello Iov ha aderito alla campagna vaccinale. Il secondo giro di richiami si chiuderà il 25 marzo. Quasi 800 tra medici, ricercatori, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici presto saranno immunizzati.
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