Da questa parte della costa adriatica gli operatori turistici nordestini attendono ancora date certe di apertura, linee guida su come collocare capanne e ombrelloni sulle spiagge...
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IL PROGETTO
Ma il tabloid tedesco Bild rivela che il piano sarebbe ben più ampio: la creazione di un circuito chiuso tra Germania, Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria e Repubblica Ceca per un turismo mitteleuropeo ovviamente a prova di coronavirus che taglia fuori l'Italia. «La Croazia ha il mare, Slovenia e Austria la montagna, a Praga c'è la cultura... la Germania non può permettersi di essere in prima linea, ma vede di buon occhio questo progetto, intanto però per questa estate propende per il turismo locale»: l'eurodeputata veneta Rosanna Conte, conosce bene la questione, tanto che proprio oggi depositerà a Bruxelles un'interrogazione urgente sull'argomento. «Mi ricorda la questione delle alghe di qualche anno fa - commenta - sembrava ci fossero solo in Alto Adriatico... l'Unione Europea deve coordinare la riapertura delle frontiere, non deve permettere che ognuno faccia per sè, nell'interrogazione chiedo se non si ravvisi una concorrenza sleale all'interno del mercato unico e un piano di sostegno al turismo. Ma è il governo che alle riunioni dell'eurogruppo dovrebbe parlare di turismo e invece non lo fa». Interrogazione analoga da parte della collega friulana Elena Lizzi: «Le riaperture delle frontiere vanno armonizzate - spiega l'eurodeputata - se questo corridoio andasse in porto sarebbe devastante per l'economia turistica della nostra zona. Il governatore, Massimiliano Fedriga, ha rilasciato interviste ai quotidiani tedeschi per rassicurare che la situazione Covid-19 è sotto controllo in Friuli Venezia Giulia. Il ministro del turismo croato ovviamente fa il suo mestiere, altra questione invece se noi non potessimo varcare le frontiere di Austria e Germania e viceversa perché qui ci sarebbero ostacoli alla libera concorrenza».
QUESTIONE DI PROMOZIONE
Alla forte azioni di promozione della Croazia bisogna rispondere in maniera analoga per l'assessore al Turismo del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bini: «Abbiamo chiesto all'Enit - spiega - un'azione di promozione internazionale molto forte per i prossimi 3 anni, poi declineremo a livello locale altre azioni di marketing. Trovo scandaloso che non ci siano ancora date certe e fondi per i nostri operatori turistici, una stagione non si prepara certo in 24 ore. Mi auguro non ci sia una competizione distorta con la Croazia, ma per quest'anno dovremo abituarci a un turismo italiano e considerando che per il Friuli Venezia Giulia il 56% arriva da Austria e Germania sarà un danno non da poco...». «La libertà di circolazione delle persone è sacra - gli fa eco l'assessore al Turismo del Veneto, Federico Caner - ne ho già parlato con il sottosegretario Lorenza Bonaccorsi e mi pare che la questione corridoi sia già stata stoppata sul nascere. Oggi (ieri ndr.) c'è stato un vertice delle Regioni con il ministro Dario Franceschini e abbiamo chiesto che ci sia una data certa sulla riapertura totale alla mobilità delle persone altrimenti non ci sarà turismo. Il ministro croato fa bene a promuovere il suo Stato all'estero, dovrebbe farlo anche Franceschini o perlomeno farsi sentire quando, ad esempio, negli Stati Uniti scrivono che le frontiere italiane saranno chiuse fino a dicembre! Per il resto la Croazia negli ultimi anni era in difficoltà e in termini di servizi non è certo all'altezza del Veneto, non dobbiamo temerli». Dobro jutro Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino