TREVISO - «Così noi italiani abbiamo fatto pressione sull'Università di Rotterdam perché chiudesse». A Rotterdam l'emergenza coronavirus...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«In Olanda stanno sottovalutando la gravità della situazione. Nessuno usa la mascherina. Lunedì ci è stato chiesto di presentarci per gli esami: eravamo in mille in uno stanzone. Una follia. Appena terminato lo scritto ho chiesto di parlare con i piani alti». Federica vive in Olanda da tre anni. Qui studia alla International Business Administration alla Rotterdam School of Management. «Al responsabile del Management ho espresso i miei dubbi, confermati dalle perplessità degli impiegati dell'università. È incredibile. A Rotterdam siamo perfettamente in grado di mettere in pratica immediatamente lo smart working e lo studio a distanza. Perché non farlo allora?». La sua richiesta viene girata al responsabile della Task force anti coronavirus. «Qui altri 20 minuti di colloquio, da cui ho avuto un responso positivo, più rassicurante. E tuttavia mi è stato spiegato che non si ravvisava ancora la necessità di chiudere».
Federica allora scrive un whatsapp a tutti i suoi compagni di studi. Decidono di chiedere di parlare tutti insieme con i rappresentanti dell'Università. Parallelamente altri studenti avviano una petizione sulla piattaforma www.change.com. «Siamo infine stati ricevuti da Adri Meijdam, executive director della Rotterdam school of Management. Eravamo un gruppo di dieci studenti italiani in prevalenza, insieme a tedeschi, serbi e bosniaci. Ci ha spiegato che pur capendo la gravità della situazione non poteva scavalcare il Governo. Due ore dopo il nostro incontro, però, è arrivata la decisione di sospendere tutti i corsi». La petizione nel frattempo aveva raccolto 2500 firme in poche ore. «Ci sono messaggi di genitori da tutto il mondo: da Hong Kong agli Stati Uniti. Famiglie in pena per i figli». Ora Federica è a Francoforte. Prossimo scalo: Venezia. «L'Italia sta dando un esempio straordinario di compattezza e rigore».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino