TREVISO Un accordo con i proprietari per abbassare l'Imu a chi sconta l'affitto. Parcheggi gratis in centro almeno fino al 31 maggio e, il sabato, fino alla fine...
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«Non vogliamo parole. Ma risposte concrete. Qui si parla di 20 mesi per tornare alla normalità. Ad oggi le banche non sanno come fare a erogare i finanziamenti previsti, la cassa integrazione in deroga non è arrivata, la stragrande maggioranza dei proprietari non ha accettato di abbassare l'affitto. Ora si sono sospese le tasse, ma è una moratoria. Qui invece servono sconti: come Comune abbiamo fatto i salti mortali per non richiedere per questi mesi la tassa sul plateatico. Ma al Governo chiediamo soldi contanti da girare ai cittadini per rimettere in moto l'economia».
L'INCONTRO
Ieri pomeriggio De Checchi ha avuto un incontro con l'associazione dei proprietari di immobili. «Bisogna scendere con gli affitti. Sennò i commercianti sono strozzati» ribadisce. E sottolinea che i finanziamenti agevolati non sono la risposta. «È ossigeno oggi ma impicca domani». I commercianti erano rappresentati da Andrea Penzo Aiello, presidente di Treviso Imprese Unite, Loris Gatto, proprietario di TVBurger ed Enrico De Wrachien per Rivivere Treviso.
FRONTE COMPATTO
«Qui ci sono 200 chiavi con 200 biglietti da visita - conferma Gatto - non solo le nostre attività, ma le nostre vite sono in mano al Governo». Anche Rivivere Treviso ha aderito. «Siamo tutti compatti- conferma De Wrachien- e stiamo lavorando in maniera proficua con il Comune». E la protesta corre trasversale. «Chiedo di riaprire- scandisce a gran voce Angelo Baldin, titolare con la famiglia di tre punti vendita calzature- i nostri piccoli punti vendita sono considerati pericolosi quanto centri outlet o grandi superfici commerciali, e questo non è giusto. Noi accettiamo di essere stati in coda alle altre attività, ma crediamo di rappresentare un anello fondamentale verso la ripartenza». Anche oggi alle ore 19, i saloni di acconciatura, i centri estetici e le altre aziende di servizi alla persona accenderanno per almeno cinque minuti le luci e le insegne delle proprie attività, chiuse dall'11 marzo, manifestando contro la volontà del Governo di non riaprire queste categorie di attività prima dell'inizio di giugno. «Poter riaprire è vitale per la nostra sopravvivenza, il settore è allo stremo» confermano Raffaella Pozzebon e Rita Segat, portavoce di Cna estetiste e acconciatori.
«Avere tre locali e una guest house al giorno d'oggi possiamo dire che non rappresenta una bella sicurezza economica-conferma Michele Pozzobon, titolare di Burici, La Colonnetta e Mr Poke- dovremmo analizzare molto bene ciò che realmente causerà il collasso di molte attività. Il tessuto delle piccole aziende italiane è sempre legato a unica visione di famiglia-azienda, la gestione in particolare dei ristoranti ha sempre reso confusa la distinzione tra patrimonio personale e l'azienda. Certo la strada è collaborare e non cannibalizzarsi». Il sindaco Mario Conte ha promesso tutto il supporto possibile. «Al Governo dico: lasciateci la possibilità di gestire la fase due. Si sta creando tensione sociale. Cammino di sera con le lacrime agli occhi. Dentro questo municipio ci sono persone che soffrono e combattono insieme a voi. Accolgo le chiavi con la speranza di restituirvele quanto prima». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino