TREVISO Oltre cento morti. La triste soglia è stata superata. In poco più di un mese, dal 25 febbraio ad oggi, hanno perso la vita 103 persone positive al...
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PERSONALE SANITARIO
Nemmeno il personale che lavora negli ospedali si salva. Anzi, la loro esposizione al virus rappresenta uno dei nodi più grandi. Ad oggi sono 135 i dipendenti dell’azienda sanitaria contagiati. Sette sono ricoverati. Compresi 5 medici. L’ultimo è un anestesista dell’ospedale di Montebelluna. A Treviso un chirurgo 50enne è in Terapia intensiva. Gli altri si trovano nei reparti ordinari. E si continuano a registrare contagi. Sono positivi anche altri due anestesisti e tre cardiologi dell’ospedale di Montebelluna. Un oculista di Castelfranco è stato ricoverato per una settimana e poi dimesso con i postumi di una polmonite. Per quanto riguarda il Ca’ Foncello, all’elenco si aggiunge l’unità della Quarta chirurgia, dove sono risultati positivi due specialisti e quattro infermieri. Più otto medici di famiglia.
I TAMPONI
Proprio ieri, intanto, è arrivata a Treviso la prima tranche di 10mila tamponi sul blocco da 100mila ordinato dall’Usl per eseguire i nuovi test rapidi in grado di evidenziare in 15 minuti con una piccola puntura sul polpastrello se una persona è stata contagiata dal Covid-19. La Microbiologia sta portando avanti la necessaria sperimentazione. Il test verrà poi fatto sul personale. E, se non ci saranno problemi, di seguito potrà essere esteso ai cittadini. La speranza è di riuscire a creare una mappa dei contagi estremamente precisa.
LE VITTIME
Nel frattempo, però, il dolore non conosce fine. Tra le ultime persone mancate dopo essere risultate positive al coronavirus c’è anche Paolo Pradal, 72 anni, residente a Crevada, località di Susegana. Da sempre impegnato nel volontariato, era membro del consiglio direttivo dell’associazione Valcrevada, ministro della comunione e cantava nel coro parrocchiale. Lascia la moglie Andreina e le figlie Monica ed Elisa. La famiglia ha espresso il desiderio che eventuali offerte vengano devolute all’ospedale di Conegliano, attraverso la raccolta fondi “ViviAmo Conegliano”. Anche Farra di Soligo piange il suo primo morto positivo al Covid-19. Ermenegildo Andreola, per tutti Gildo, si è spento domenica a 94 anni nell’ospedale di Vittorio Veneto. Era il papà del vicesindaco Michele e di Claudio, capogruppo degli alpini di Farra. Socio fondatore della comunità emigranti di Farra di Soligo, aveva lavorato per una decina di anni in Svizzera, per poi fare rientro in paese. Vedovo da quattro mesi, solo a fine febbraio aveva superato una bronchite. «Lunedì ha iniziato ad avere la febbre – racconta il figlio Michele, ora in quarantena – mercoledì si è aggiunta la difficoltà a respirare. Abbiamo chiamato il 118. In ospedale gli hanno diagnosticato una polmonite bilaterale. E giovedì la positività al virus. In questi giorni l’ho sentito al telefono tutte le mattine. La cosa peggiore è non potergli essere stato vicino. L’ho salutato e visto l’ultima volta mercoledì sera». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino