È scattata la corsa al test sierologico per il nuovo coronavirus. Anzi, è un vero e proprio assalto. Il Centro di medicina è tra i primi gruppi della...
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IL PROGETTO
Tutto è iniziato con un progetto pilota avviato in collaborazione con Assindustria Venetocentro, che ha portato a una prima esperienza con Tecnostrutture, azienda di Noventa di Piave. E non ci si è più fermati. In soli tre giorni è stato necessario passare da uno a cinque addetti nella segreteria del settore della medicina del lavoro per riuscire a rispondere a tutti. A Vittorio Veneto la prima lista è già stata completata. E a Conegliano dopo poche ore si è arrivati a fissare appuntamenti per il 5 maggio. Da lunedì sarà possibile prenotare il test sierologico in tutte e sette le sedi del Centro di medicina nel trevigiano: oltre a Conegliano e Vittorio Veneto, anche Treviso/Villorba, Castelfranco, Montebelluna, Oderzo e Pieve di Soligo. «Abbiamo ricevuto migliaia di richieste – confermano dal gruppo guidato dall’amministratore delegato Vincenzo Papes – il test è il Nadal Covid 19 IgG/IgM, marcato CE e regolarmente validato dal ministero della Salute. Abbiamo già la possibilità di effettuare oltre 10mila esami. Un numero che salirà passo passo». Sostanzialmente non ci sono limiti. Se non quelli dettati dall’inevitabile lista d’attesa.
LE PREVISIONI
Si prevede di procedere con un appuntamento ogni 5 minuti nelle varie sedi. Con tutte le precauzioni del caso a livello di mascherine, camici e così via. Come funziona? Il prelievo del sangue è rapido: basta una provetta. Dopodiché l’esito viene comunicato al diretto interessato via mail. Se l’esame è negativo significa che non c’è stato contatto con il coronavirus e tutto continua normalmente. Se emerge una positività, la persona viene inviata al proprio medico di famiglia, chiamato a seguire a distanza l’isolamento domiciliare di chi non presenta sintomi. In questa fase non entra in gioco l’Usl. È diverso, invece, se emergono sintomi come febbre e tosse. «Da parte nostra garantiamo il tampone, su richiesta del medico di famiglia, alle persone che sono in isolamento domiciliare e che per alcuni giorni sviluppano sintomi come febbre e tosse – specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana – una cosa è il libero mercato, altra la sanità pubblica. Noi ci occupiamo di quest’ultima nei confronti delle persone che stanno male, quelle che presentano dei sintomi, i pazienti in osservazione, le case di riposo, i centri per persone con disabilità e così via. E poi gli stessi dipendenti delle strutture dell’Usl e, a breve, anche le forze dell’ordine». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino