PORDENONE - Test sierologici abbinati al tampone orofaringeo al fine di aumentare la sicurezza e le garanzie sanitarie per i lavoratori in fabbrica. Sono previsti nell'accordo...
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IL SINDACATO
E' piuttosto singolare sottolinea Gianni Piccinin, sindacalista della Fim-Cisl pordenonese nonché responsabile nazionale del sindacato nel coordinamento Electrolux che il progetto non parta per il mancato via libera della Regione Friuli Venezia Giulia. Siamo la regione che ospita la sede del Gruppo. Oltre a due dei siti più importanti, Porcia e Professional di Vallenoncello. Le altre Regioni dove hanno sede gli altri stabilimenti della società, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana, hanno già tutte emanato l'ordinanza che consente di partire con i progetto dei test sierologici volontari per i dipendenti. L'accordo fa notare il sindacalista - vale per tutte le fabbriche e sarebbe opportuno partire tutti insieme. Un accordo-pilota che - ancora prima delle riaperture del 4 maggio aveva fatto da apri-pista in Italia al pari di quelli siglati in Ferrari e Fca - ora rischia di rallentare o restare al palo. E' stata, invece, sperimentata proprio a Porcia la App che testerà gli operai prima del loro ingresso in fabbrica rispetto ai rischi Covid. La App potrà essere scaricata sui telefonini, sempre volontariamente come prevede l'accordo, dalla prossima settimana.
LA SITUAZIONE
Nell'incontro di ieri mattina l'azienda ha fatto il punto anche sull'andamento produttivo (che è in linea con le aspettative) e sull'applicazione dei protocolli sula sicurezza. Su quest'ultimo punto, l'azienda ha manifestato la soddisfazione per come vengano applicati. In diversi stabilimenti la produzione gira sulle otto ore quotidiane. A Porcia si applica ancora l'orario a sei ore, ma a giugno è previsto l'orario pieno: per luglio è infatti previsto anche un aumento dei volumi produttivi. Ma per stabilire nuovi assetti orari è necessario attendere ancora un po' tempo. Quasi il 90 per cento del personale amministrativo e tecnico st ancora operando in modalità smart working. Un sistema che sia l'impresa che il sindacato stanno valutando positivamente. Anche se le organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto che, appena la fase emergenziale sarà attenuta, lo strumento venga maggiormente regolamentato.
VERTENZA MASCHERINA
E' poi emersa una difficoltà che viene segnalata in fabbrica dopo l'arrivo del primo caldo estivo: le mascherine Ffp2 (quelle con il filtro) che l'azienda fornisce sono più difficoltose da indossare per molte ore con le temperature più alte. Il nodo è legato alla difficoltà di reperire sul mercato le più leggere mascherine chirurgiche. In alternativa il sindacato chiede di valutare l'opportunità di concedere qualche minuto di pausa in più in linea. In modo che gli addetti possano, pur senza creare assembramenti, liberarsi per qualche istate della mascherine a riprendere fiato. Su questo però l'impresa non è molto disponibile a negoziare. Più pause significa più rischio assembramento, sostiene. C'è il rischio di una vertenza-mascherina.
D.L. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino