PORDENONE - Nei giorni segnati dal ritorno del contagio nelle strutture per anziani, e in particolare a Casa Serena (la più grande casa di riposo del capoluogo), esplode il...
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L’ALLARME
Il caso è stato sollevato ad esempio a San Vito, tra i corridoi della casa di riposo che nel pieno della pandemia aveva sperimentato il lavoro full-time dei suoi dipendenti. «In una riunione recente - ha spiegato il direttore, Alessandro Santoianni - io e i miei colleghi abbiamo sottolineato l’importanza di uno screening costante. In questo momento è programmato ogni mese, ma noi siamo già in ritardo di tre settimane rispetto alla tabella di marcia». Le competenze interne ci sono, dal momento che alcuni infermieri sono in grado di effettuare il test. «Ma non ci arrivano i tamponi», spiega sempre Santoianni. La situazione è la stessa anche all’altro capo della provincia, cioè a Sacile, dove il prossimo screening programmato è stato fissato alla fine di ottobre e quello scorso è ormai vecchio di un mese. È chiaro che anche in questo caso i tempi non sono stati rispettati alla lettera. «La Casa di riposo di San Vito - va avanti Santoianni - si prepara ad affrontare l’imminente stagione autunnale ed invernale cercando di adottare ogni misura possibile per scongiurare l’ingresso del virus nell’ambito della propria residenza che conta oltre 250 anziani presenti, cui si aggiunge il personale che in essa opera composto da circa 200 addetti tra dipendenti diretti e non». Ma senza il rispetto del calendario dello screening diventa difficile controllare possibili casi interni. E la stessa situazione è stata segnalata anche in altre strutture della provincia. A monte ci sono i tanti impegni del Dipartimento di prevenzione, costretto a rincorrere i focolai in azienda (Electrolux), a scuola (San Vito e Pordenone) e nelle famiglie. In più c’è la limitata capacità di analisi dei test, che a Pordenone non supera le 500 unità al giorno. Il resto va inviato a Udine. «Invece - attacca Santoianni - si dovrebbero fare perlomeno i test rapidi anche a tutti gli ospiti. Soprattutto ora che alcuni pazienti stanno manifestando i primi attacchi febbrili autunnali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino