Allerta Coronavirus in Cina, Ca' Foscari chiede di ritardare il viaggio degli studenti

La sede di Ca' Foscari
La richiesta formale è sul tavolo delle università cinesi con le quali Ca’ Foscari ha un accordo di scambio studenti. La proposta è posticipare di due...

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La richiesta formale è sul tavolo delle università cinesi con le quali Ca’ Foscari ha un accordo di scambio studenti. La proposta è posticipare di due settimane la partenza di una settantina di studenti che a fine febbraio avrebbero dovuto raggiungere la Cina per il secondo semestre universitario. 


L’incombere del Coronavirus e dei suoi (finora) 17 morti ha però spinto l’università veneziana a prendere tempo per garantire ogni sicurezza ai propri studenti durante il soggiorno nelle università asiatiche. Dalle quali prima di Natale sono tornati altri sessanta ragazzi a chiusura del primo semestre di studio in Cina.

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NESSUNO A WUHAN
La scelta dell’università retta dal professor Michele Bugliesi è una precauzione dal momento che Wuhan - la città ritenuta il focolaio dell’epidemia e chiusa in entrata e in uscita dalle autorità locali - non fa parte degli atenei con i quali è stato sancito il protocollo di scambio, una sorta di Erasmus ma che supera i confini dell’Europa. 
L’accordo infatti è reciproco con le università cinesi di Pechino, Shanghai, Jilin, Nankai, Nanjing, Chongqing, Chengdu, Suzhou e Tianjin. Ufficialmente non c’è stata nessuna comunicazione da parte del ministero degli Esteri per bloccare gli scambi studenteschi - fanno sapere da Ca’ Foscari - «ma stiamo monitorando la situazione attraverso i canali ufficiali della Farnesina e dell’Organizzazione mondiale della Sanità».

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LA STORIA
Ostaggio dell’impossibilità di muoversi da Wuhan è invece Petra Vidali, 24 anni, in Cina per frequentare il college della Huazhong University of Science and Technology, nella metropoli di Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei. Dopo il liceo turistico Algarotti, la ventiquattrenne si è laureata a Ca’ Foscari in Lingue orientali per poi proseguire lo studio con un master alla Huazhong University. Sui social Petra ha rassicurato di star bene nonostante la città viva in quarantena. Una rassicurazione è arrivata ieri anche dall’ambasciata italiana a Pechino che in una nota ufficiale ha confermato di essere «in costante contatto con tutti i connazionali presenti a Wuhan, inclusa Petra Vidali», ed esclude al momento casi di contagio. «Non risulta al momento alcun caso di contagio di Coronavirus. La stessa signora Vidali - conclude l’ambasciata - è stata nuovamente interpellata e conferma di stare bene».

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IL TURISMO

Intanto un documento del ministero della Cultura e del Turismo di Pechino- citato da Bloomberg - e che ordina a tutte le agenzie di viaggio di interrompere la vendita di tour interni e internazionali, sta creando allarmismo a Venezia tra i negozi, anche di lusso, della città. Quelli cioè che sono frequentati dai turisti cinesi in visita al centro storico. «Non ci sono grandi problemi per gli alberghi - spiega invece Claudio Scarpa, direttore di Ava - Qualche disdetta per il Carnevale c’è stata ma il turismo cinese a Venezia rappresenta il 4% degli arrivi e il 3% delle presenze: al momento è il turismo del futuro. È comunque chiaro che si aggiunge ad una situazione ancora non facile per i postumi dell’acqua alta».

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Il Gazzettino