Il virus non sta scomparendo, otto comuni del Padovano sono a rischio La mappa

Ecco la mappa tra Alta e Bassa dov'è presente il Covid

I nuovi casi nella bassa padovana non fanno stare affatto tranquilli
PADOVA - Meglio non lasciarsi andare agli entusiasmi. Le riaperture non significano che il virus sia morto, anzi. In alcune zone della provincia è addirittura a livelli...

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PADOVA - Meglio non lasciarsi andare agli entusiasmi. Le riaperture non significano che il virus sia morto, anzi. In alcune zone della provincia è addirittura a livelli preoccupanti e che consiglierebbero provvedimenti. I sindaci hanno in mano l’ultimo rapporto dettagliato della Regione. È arrivato due giorni fa e racconta la situazione all’11 aprile scorso. 

C’è tutta una fascia di Comuni nella bassa padovana dove l’indice di penetrazione del contagio che era fissato dal governo in 250 casi settimanali su 100mila abitanti è stato superato. Sono i numeri di riferimento del dpcm del 3 marzo e del decreto legge del 13 marzo, quello che ha stabilito che nelle province - ma si parla del dato cumulativo generale - con questi numeri le scuole restavano chiuse dal 15 marzo al 6 aprile. Sulle Regioni in arancione, si diceva, sarebbero stati i presidenti di Regione a intervenire se l’incidenza superava per più di sette giorni il limite. Ma il comitato tecnico scientifico nazionale invocava anche “strette locali”. Certo non è solo questo l’unico parametro, c’è anche l’Rt sensibilmente più basso che probabilmente sta facendo da contrappeso.

Ma il virus non è scomparso e lo dimostrano i nuovi casi che si sono verificati dal 5 all’11 aprile. Sommato a quelli che già c’erano in precedenza produce l’incidenza, cioè la proiezione di quanti casi ci sarebbero su 100mila abitanti. Ecco perché fra i 16 comuni che sono al di sopra del limite di sicurezza bisogna metterne 8 sotto stretta osservazione. Il virus infatti si espande e muta le condizioni dei paesi settimana per settimana. Un Comune che si trovava libero la settimana prima in quella dopo ha indici alti e viceversa. Ma ce ne sono otto che, come dicevamo, hanno mantenuto una proiezione sopra i 250 casi ogni 100mila abitanti. E si trovano tutti tranne uno nella bassa padovana, compresi fra i distretti di Padova sud e del Piovese. Anzi alcuni sono addirittura confinanti fra loro.
Significa che il virus ha attecchito in zone definite, dove c’è qualcuno che in famiglia va a lavorare nel comune vicino, oppure fa la spesa dal casolino del comune confinante perchè è più vicino, oppure perché va a messa da quel prete che è bravo anche se non è della parrocchia. Le ragioni possono essere moltissime ma il fatto è che il virus naviga. Il caso di Arzergrande è a suo modo inspiegabile e significativo. Il sindaco dice di avere 50 abitanti colpiti dal virus. Sono triplicati in tre settimane. Al primo campionamento di Vo’ Euganeo, 3.300 abitanti, erano positive 73 persone di cui 30 asintomatici.


L’ALTA PADOVANA

La Bassa colpita è una novità se vogliamo, e il fatto che anche le persone decedute per il virus siano in aumento proprio in questa zona lo conferma. Sembrava invece che l’Alta si fosse liberata ma stando agli ultimi dati non è così. Da una settimana all’altra quattro comuni sono passati nella fascia a rischio, mentre uno di loro, Gazzo, si conferma a livelli altissimi.

TERME

Una consolazione per chi ci abita è la situazione nel Distretto delle Terme e dei Colli, dove non c’è alcun comune sopra la soglia di rischio. Un bel biglietto da visita anche per il turismo. Abano ha 22 casi su 19mila abitanti con una incidenza di 110. In generale poi considerando l’andamento di tutti i distretti, la provincia ha una incidenza di 139 che è nella norma ma è anche il più alto tasso di incidenza del Veneto fra tutte le Ulss.

LA SPERANZA



In mezzo al grigiore c’è però anche la speranza. Che è rappresentata dai 6 comuni che in questo momento sono liberi dal Covid, ovvero non hanno nemmeno un positivo residente. E la situazione continua a migliorare. Erano 4 due settimane fa. Nello stesso tempo ci sono ben 15 comuni che si sono in un certo senso “normalizzati”. Cioè avevano una incidenza superiore ai 250 per 100mila come numero di casi e sono calati. Sono Grantorto, Granze, Loreggia, Lozzo, Anguillara, Borgoricco, Camposampiero, Pernumia, Piazzola, Piombino, Rovolon, Rubano, S.Pietro in Gù, Vescovana e Vighizzolo.

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Il Gazzettino