Parrucchieri incatenati: «Non possiamo attendere giugno, i costi fissi ci affondano»

PADOVA - I due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati stamane in segno di protesta contro le misure anti contagio che - anche...

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PADOVA - I due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati stamane in segno di protesta contro le misure anti contagio che - anche nell'ultimo Dpcm - impediscono la riapertura di queste attività commerciali.


I titolari del salone Dolce Vita, in corso Milano, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle usate per le delimitazioni nelle file, ed hanno spiegato in una conferenza stampa improvvisata i motivi della protesta. «Non possiamo rimanere chiusi ancora - hanno detto Agostino Da Villi e Stefano Torresin - siamo pronti per aprire, rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi». 

«Aspettavamo la riapertura per l'11 maggio, il 18, invece ora sappiamo che secondo il premier Conte apriremo, forse a giugno - hanno spiegato i due titolari -. Noi abbiamo 18-20 mila euro di costi fissi al mese, solo per tirare su la serranda tra stipendi affitti eccetera. Caro presidente del consiglio, si rende conto di cosa vuol dire restare chiusi tre mesi? Con questa attività campano sei famiglie. Oltre tutto noi lavoriamo da decine di anni con la parola d'ordine dell'igiene: mascherine, guanti, igienizzanti eccetera. Quindi ci siamo preparati alla riapertura per tutelare la salute nostra e dei clienti». 


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Il Gazzettino