Le 4 regioni-locomotiva del "Pi-lo-v-er": «Ora servono interventi choc dal governo»

Le 4 regioni-locomotiva del "Pi-lo-v-er": «Ora servono interventi choc dal governo»
Tutte insieme si chiamano Pi.lo.v.er, acronimo che sta per Piemonte-Lombardia-Veneto-Emilia Romagna, ma che gioca anche sul concetto di Prodotto interno lordo, particolarmente...

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Tutte insieme si chiamano Pi.lo.v.er, acronimo che sta per Piemonte-Lombardia-Veneto-Emilia Romagna, ma che gioca anche sul concetto di Prodotto interno lordo, particolarmente abbondante a queste latitudini. Eppure queste quattro regioni, «la locomotiva che fra 2010 e 2019 cresceva del 4% mentre il treno-Italia perdeva il 2,4%», sono anche quelle maggiormente colpite dall'emergenza Covid-19. Per questo le rispettive Camere di Commercio, oltre a mettere sul piatto 120 milioni di euro a sostegno delle imprese, chiedono al Governo «interventi choc per la digitalizzazione, la sburocratizzazione e il rilancio dell'economia».


I NUMERI
La mobilitazione è stata promossa ieri dai quattro presidenti, sullo sfondo dei numeri snocciolati da Alberto Zambianchi (Emilia Romagna). «Questa macro-area ha spiegato accoglie poco meno del 40% della popolazione italiana, concentra il 45% occupazione e sfiora il 50% del Pil. Guardando al comparto industriale, qui ha origine il 65% delle esportazioni nazionali. Secondo l'Unione Europea, quest'anno il Pil italiano calerà però del 9,5%, quindi è come se di fatto togliessimo dal nostro Paese tutta la ricchezza prodotta dal Veneto. In forte flessione sono le attività turistiche e la cura delle persone, ad eccezione della filiera sanitaria, così come tiene e in alcuni casi cresce quella agroalimentare».
Guai in vista, invece, per le società di capitali, che valgono il 70% dell'occupazione nel contesto Pi.lo.v.er. «Nel 2020 ha aggiunto Zambianchi registreranno un calo del fatturato di 172 miliardi, pari in media a 464.000 euro per impresa, con particolare difficoltà nelle ditte vocate all'export e al turismo. Ben 88.000 di queste aziende entreranno in crisi di liquidità, per un fabbisogno stimato di 26 miliardi, in media 226.000 euro l'una. Di fronte a un effetto così devastante da parte del Coronavirus, molte hanno la forza di ripartire con slancio ed essere nuovamente protagoniste dello scenaio internazionale, mentre altre hanno bisogno di un sostegno per rialzarsi».

LE RICHIESTE
Ecco allora l'impegno messo in campo dalle Camere di Commercio, ma anche una serie di richieste, così sintetizzate da Mario Pozza (Veneto): «Le conseguenze della crisi economica del Covid-19 rischiano di paralizzare il sistema economico del Nord. Per questo servono non decreti a spot, ma interventi di sistema, in grado di sbloccare la ripartenza dando una spinta propulsiva alla locomotiva del Paese. Gli imprenditori chiedono di essere messi nelle condizioni di lavorare, invece se il Coronavirus sembra perdere potenza, vediamo che il virus della burocrazia acquista sempre più forza».

Per questo il sistema camerale delle quattro regioni semplificazione chiede anche robusti interventi di semplificazione, «per snellire le procedure e allentare i vincoli degli adempimenti», nonché «la revisione delle norme tagliaspese che colpiscono le Camere di Commercio più virtuose nella gestione delle risorse, imponendo loro di destinare tali risorse al bilancio dello Stato». Il rischio paventato dai presidenti è che il prelievo possa raggiungere i 20 milioni di euro all'anno.

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Il Gazzettino