Morti, ricoverati e soldi spesi dall'inizio dell'epidemia al 28 maggio negli ospedali del Friuli Venezia Giulia

Un paziente contagiato dal coronavirus ricoverato in ospedale
Il Coronavirus ha investito gli ospedali, impreparati a una simile emergenza, mai trattata prima nell’ultimo secolo. L’errore è lecito, ma tra gli addetti ai...

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Il Coronavirus ha investito gli ospedali, impreparati a una simile emergenza, mai trattata prima nell’ultimo secolo. L’errore è lecito, ma tra gli addetti ai lavori ci si interroga sull’impatto che ha avuto il costante taglio alla sanità nell’affrontare la pandemia, in termini di riduzione di posti letto e di personale. In Friuli Venezia Giulia la fase 1 non ha mai fatto tracollare le strutture, ma le difficoltà iniziali non sono mancate. Più personale e più posti letto avrebbero reso meno complesso affrontare l’emergenza?

DAL 2012 AL 2018
E’ una riflessione che emerge dal Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti nella parte dedicata alla sanità e al nuovo Patto per la salute che evidenzia un dato molto importante: in Fvg tra il 2012 e il 2018 gli ospedali hanno registrato una riduzione di 718 posti letto (elaborazione Corte dei Conti su dati ministero della Salute). In questo arco temporale sono diminuiti i posti letto anche in due dei reparti che, assieme alle terapie intensive, hanno affrontato il Covid in prima linea: le malattie infettive e la pneumologia che tra il 2012 e il 2018 hanno perso rispettivamente 5 e 10 posti letto. Un processo avviato da una giunta regionale di centrodestra con l’allora governatore Renzo Tondo e proseguito con la giunta targata Debora Serracchiani. E di tagli in sanità si continua a discutere tutt’ora, nonostante l’attuale amministrazione abbia iniettato risorse sostanziose nel Sistema sanitario regionale. 
OSPEDALI E TERRITORIO
L’emergenza «ha reso più evidente l’importanza di poter contare su un’assistenza sanitaria efficiente e in grado di rispondere a minacce rese più insidiose da un sistema economico sempre più aperto e globalizzato. Un’esperienza che ne ha messo anche in rilievo punti di forza e debolezze. Il successo registrato in questi anni nel riassorbimento di squilibri nell’utilizzo delle risorse non ha sempre impedito il manifestarsi di criticità che oggi è necessario superare» è l’analisi della Corte dei Conti, che cita tra le criticità carenze di personale, fuga progressiva dal sistema pubblico, fino alle «insufficienze dell’assistenza territoriale», che invece dovrebbe essere stata rafforzata a fronte della riduzione di quella ospedaliera secondo l’equazione “meno ospedale e più territorio”. Eppure anche in regione i medici di medicina generale, oggi più che mai fondamentali sentinelle sul territorio, sono diminuiti negli anni, così come i pediatri di libera scelta, rispettivamente del 9,8% e dell’1,6%: un esercito di pensionati non sempre rimpiazzati. È questo l’aspetto su cui si è soffermata la Corte dei Conti, il «progressivo invecchiamento degli organici e la difficoltà, quindi, di garantire una adeguata sostituzione» con l’invito, una volta superata la crisi, a ripensare la sanità. 
I COSTI

Ma quanto è costata alle regioni questa emergenza sul fronte sanitario? A cercare di fornire una prima risposta è l’Instant report di Altems, (Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha tenuto in considerazione le diverse fasi dell’epidemia. In Fvg, ad esempio, per 2.547 ricoveri per Covid con pazienti dimessi e guariti (dato al 28 maggio), la spesa stimata è di oltre 21 milioni e mezzo di euro, precisamente, 21.588.658 euro. Quanto ai 230 ricoveri che si sono conclusi con il decesso (si tratta di un dato stimato), la spesa valorizzata con le tariffe Drg, il sistema di retribuzione degli ospedali per l’attività di cura, è di 2.255.812 euro. Sono tra le cifre più basse del Nord Italia: nel primo caso il 2% della spesa totale sostenuta a livello nazionale, nel secondo l’1%. La fase 1, infatti, si è caratterizzata per l’elevato volume di ricoveri per Covid-19 e la saturazione delle terapie intensive, nonché per una contrazione di ricoveri e accessi per cause non-Covid legata alla riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera (in acuto e ambulatoriale) e territoriale. Le cifre fornite rappresentano una prima stima dell’onere per il Sistema sanitario regionale dell’assistenza ospedaliera in acuto fornita ai pazienti Covid e il report conduce anche una prima stima del costo reale sostenuto dalle strutture sanitarie per i pazienti che hanno effettuato un accesso in terapia intensiva (TI). Un costo che per il Friuli Venezia Giulia è di 2.458.125 euro per 1.725 giornate di degenza in Terapia intensiva, con un costo medio giornaliero di 1.425 euro. Si tratta di dati ancora provvisori, come specifica il report, a cui va aggiunta un’ulteriore spesa, quella dei ricoveri persi durante i mesi dell’emergenza, che a livello nazionale supererebbe i 3,5 miliardi di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino