«Apriamo i parchi qualche ora per i bimbi disabili»: richiesta a Conte di Stefani e giovani dem

«Apriamo i parchi qualche ora per i bimbi disabili»: richiesta a Conte di Stefani e giovani dem
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CAMPOSAMPIERO - In questo tempo di emergenza ci troviamo tutti nella stessa barca, meglio nella stessa tempesta. La quarantena però non è uguale per tutti. I bambini autistici o con disturbi comportamentali certificati da attestazione medica soffrono più degli altri questa condizione di isolamento. Ecco perchè una rete di famiglie dei comuni del Camposampierese, che vive in prima persona un problema legato a patologie dello spettro autistico e altre gravi disabilità intellettive, si è unita e rivolta dapprima ad un gruppo di giovani democratici del territorio e poi all'onorevole Alberto Stefani, sindaco di Borgoricco, per chiedere la possibilità di uscire all'aria aperta in un parco pubblico almeno mezz'ora al giorno.


Il deputato leghista Stefani ha inviato al presidente del consiglio Conte una accorata lettera a favore dei bimbi malati. «Apriamo un'agenda oraria dei parchi pubblici dedicata a bambini autistici o con disturbi comportamentali gravi – scrive il sindaco padovano al premier -. Questa piccola proposta suggeritami da un gruppo di giovani  che per molte famiglie significherebbe tanto, se condivisa darebbe la possibilità ai sindaci di aprire i parchi per regalare un po' di respiro a chi è in grandi difficoltà. Parliamo di bambini che soffrono in maniera particolare l’isolamento forzato, spesso arrivando a forme di forte ansia, paura e autolesionismo e necessitano indispensabilmente di uscire di casa. Garantire alle famiglie la possibilità di accedere in sicurezza, mezz'ora a turno, a luoghi pubblici attrezzati, sarebbe una doppia boccata d'ossigeno».

In realtà la deroga regionale dello scorso 27 marzo per queste persone con disabilità certificata prevede di fatto maggiori libertà di uscita, sempre rispettando ovviamente le distanze di sicurezza ed utilizzando guanti e mascherine. Ma uscire e camminare per strada può essere rischioso se la persona diversamente abile non ha una reale consapevolezza del rischio (macchine e ciclisti in transito), se la distanza di un metro è pressoché impossibile da tenere e se anche guanti e mascherine rappresentano un ulteriore elemento di disturbo. Conoscendo e parlando con famiglie che vivono quotidianamente queste problematiche, un gruppo di giovani del Pd della zona si è fatto carico della situazione e ha chiesto aiuto alla federazione del Camposampierese: «Permettere di entrare in un'area verde o in un parco - spiega Agnese Pellay di Trebaseleghe - consentirebbe un minimo di stimolazione sensoriale e la possibilità di gestire eventuali crisi in un ambiente più sicuro di una strada. Abbiamo pertanto preso contatti con sindaci e assessori dei comuni della federazione e mandato una richiesta scritta alla federazione chiedendo un’ampliamento della deroga da parte dei nostri comuni alle persone con disabilità affinchè possano accedere ai parchi comunali».


Per il circolo dei giovani nulla è lasciato al caso: «Chiaramente l'accesso verrebbe regolamentato - chiarisce Agnese Pellay - con una prenotazione preventiva della visita al parco in modo da garantire il contingentamneto in entrata, la presentazione di un certificato che attesti la diagnosi e la presenza di un accompagnatore. Infine vogliamo sottolineare che questa sitiuazione non riguarda solo i minori. Le misure adottate devono riguardare anche gli adulti. Anche dopo il raggiungimento della maggiore età le persone affette da disabilità restano a carico delle famiglie, che con l’avanzare dell’età fanno una fatica ancora maggiore nel gestire eventuali crisi o nello stimolare i parenti affetti da tali patologie». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino