Papà disperato: «Rispedito in Italia per il virus, dormo da un mese sotto il ponte della ferrovia»

Papà disperato: «Rispedito in Italia per il virus, dormo da un mese sotto il ponte della ferrovia»
SAN DONÀ - «Dormo sotto il ponte della ferrovia da un mese e mezzo, ho bisogno di una casa». È il disperato appello di F.F, 56 anni, che ieri ha...

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SAN DONÀ - «Dormo sotto il ponte della ferrovia da un mese e mezzo, ho bisogno di una casa». È il disperato appello di F.F, 56 anni, che ieri ha contattato il Gazzettino per raccontare la sua difficile situazione. Spiega di essere originario di San Donà, di aver fatto il macellaio per sette anni in un supermercato della zona e aver vissuto in un alloggio popolare a Mussetta fino al 2015, per poi trasferirsi in Slovenia. «A San Donà ho lasciato due figlie di 31 e 27 anni spiega - con le quali però i rapporti si sono interrotti e non riesco a ricucire».


«RIMANDATO IN ITALIA»
In Slovenia ha tentato di rifarsi una vita con una nuova compagna, madre di altre tre figlie di 8, 4 e 2 anni. «Sono stato rimandato in Italia circa un mese e mezzo fa a causa del diffondersi dell'emergenza sanitaria spiega l'uomo anche se sono sano, come risulta dal tampone che ho fatto in ospedale a San Donà». Una volta tornato, senza lavoro, si è trovato in difficoltà. «Non c'è la possibilità di lavorare spiega per un periodo ho dormito nel garage di un amico che mi ospitava, era stato un mio vicino di casa, quando avevo abitato a Mussetta. Ma i vicini si sono lamentati, perché non era decoroso che alloggiassi in quel posto, hanno contattato le forze dell'ordine, e sono finito a stare sotto il ponte della ferrovia».

«Mangio alla mensa della Croce rossa, mi danno una spesa con cui riesco a sopravvivere per tre, quattro giorni, anche stare in fila in questi giorni può essere un problema vista la grande affluenza. Mi sono rivolto anche agli assistenti sociali del Comune. Mi è stato detto che non ci sono alloggi, persino hotel e agriturismi in questi giorni sono chiusi. Capisco il brutto periodo ma nel frattempo non so come tirare avanti e non ne posso più. Sono disperato. Ho sempre lavorato e dato una mano quando potevo, ma non so più come venire fuori da questa situazione». L'uomo spiega di aver bisogno di un riparo anche temporaneo, «mi adatto a vivere in auto, in una roulotte, o in un camper se fosse possibile lasciare il mezzo in un parcheggio pubblico, in accordo con i vigili. Sto cercando casa e se possibile un lavoro».


La vicesindaca con delega alle Opportunità sociali Silvia Lasfanti spiega che il Comune è al corrente della situazione: «Questa persona è seguita dai Servizi sociali, che non hanno mai smesso di occuparsi di lui. Gli sono state proposte delle soluzioni adatte al suo caso, che però non ha accettato. La porta del Comune rimane sempre aperta». Se qualcuno intende contattarlo il recapito è: 329.4556420. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino