A Treviso 8 morti e quasi cento contagiati in un giorno: «Il virus circola»

L'ospedale di Valdobbiadene quasi pronto a tornare in attività nella lotta al coronavirus (foto Stefano Covre per Nuove Tecniche)
TREVISO - Non si ferma. La Marca piange altre otto persone decedute dopo essere risultate positive al nuovo coronavirus. I decessi sono stati confermati progressivamente: uno...

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TREVISO - Non si ferma. La Marca piange altre otto persone decedute dopo essere risultate positive al nuovo coronavirus. I decessi sono stati confermati progressivamente: uno giovedì, cinque venerdì e uno ieri. Cinque uomini e due donne. Quattro decessi si sono verificati nell’ospedale di Treviso e tre in quello di Castelfranco. Più un altro verificatosi ieri nella Terapia intensiva di Belluno, dove nei giorni scorsi era stato trasferito un trevigiano. Avevano tutti tra i 71 e i 96 anni. Erano già da tempo costretti a convivere con altri gravi problemi di salute. Alcuni stavano lottando contro un tumore. Poi è arrivato anche il Covid-19. Una maledizione. Le ultime persone che hanno perso la vita stavano già male, certo. Ma non erano ricoverate. Si sono rivolte al pronto soccorso proprio quando hanno iniziato a sviluppare i primi problemi respiratori causati dal contagio. È stata l’ultima goccia. «I pazienti provenivano direttamente dal territorio – trapela dall’Usl della Marca – ormai non si può più parlare di specifici focola». Il virus circola liberamente.


I COLLEGAMENTI
Nelle scorse settimane l’azienda sanitaria aveva lavorato per gestire al meglio focolai come quelli esplosi nel reparto di Geriatria del Ca’ Foncello, nel gruppo di anziani che giocava a carte tra Orsago, San Fior e Cordignano, tra i ballerini che avevano avuto contatti con il festival di tango organizzato a fine febbraio in un hotel di Ferrara. Adesso le cose sono cambiate. Ricostruire tutti i collegamenti epidemiologici è diventato praticamente impossibile. Sono sempre di più i familiari di anziani che vivevano di fatto ritirati in casa che non sanno spiegarsi da dove possa essere arrivato il Covid-19.

PADRE E FIGLIO
In alcuni casi, poi, l’età si abbassa drasticamente. Venerdì a Treviso è morto un 56enne: Valter Antonello, ingegnere di Jesolo, uno dei primi a essere colpito dal virus nell’Usl di San Donà di Piave, trasferito al Ca’ Foncello pochi giorni prima di spegnersi. E solo due giorni prima era mancato anche suo padre, Rufino, 87 anni, ricoverato all’ospedale dell’Angelo di Mestre. In poco meno di un mese, dal 25 febbraio ad oggi, sono 61 i trevigiani che hanno perso la vita dopo essere stati colpiti dal virus. Più di due persone al giorno. Addirittura 42 al Ca’ Foncello, sei a Conegliano, cinque a Castelfranco, tre a Oderzo, due a Montebelluna e una a Vittorio Veneto. Più Giancarlo Zampieri, 79enne originario di Castelfranco, mancato nell’ospedale di Bassano, e il 78enne morto ieri nella Terapia intensiva di Belluno dopo essere trasferito dal polo ospedaliero di Conegliano-Vittorio Veneto. La Marca conta sempre poco meno del 40% dei 164 decessi registrati nell’intero Veneto (18 nella giornata di ieri).

IL BOLLETTINO

E i contagi continuano. Sembra una valanga: solo ieri sono emerse altre 96 positività. Il totale dei trevigiani contagiati dal nuovo coronavirus è salito a 864. I ricoveri vanno di pari passo. Ieri ce ne sono stati 72. Ad oggi sono 281 le persone costrette in un letto dei reparti ordinari degli ospedali. Precisamente 121 a Treviso, 53 a Conegliano, 24 a Castelfranco, 20 a Montebelluna e 11 a Oderzo. Più il nuovo Covid Hospital di Vittorio Veneto, riconvertito proprio l’altro ieri. Qui i ricoveri sono praticamente raddoppiati in appena un giorno: da 27 a 52. A questi vanno aggiunti i pazienti ricoverati in Terapia intensiva. Al momento sono 38, quattro in più di ieri: 22 al Ca’ Foncello (+4) , 11 a Conegliano, dove è rimasto un solo posto libero, 5 a Montebelluna. Aumentano anche gli isolamenti domiciliari. Sono 1.775 i trevigiani costretti a rimanere in quarantena a casa. Poco più di 400 sono risultati positivi al nuovo coronavirus. Per il resto si tratta di familiari che hanno avuto con loro dei rapporti stretti, nella maggior parte dei casi conviventi. Solo ieri sono state messe in isolamento domiciliare altre 90 persone. La buona notizia è che aumenta anche il numero delle persone dimesse. Sono 22 le persone che ieri hanno potuto lasciare l’ospedale. Tra le quali le prime cinque tornate a casa dopo un periodo di ricovero a Conegliano. Il totale sale così a 88. La speranza riparte da qui.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino