Coronavirus, in ospedale a Pordenone "saltano" le misure di sicurezza nel week-end

L'ospedale di Pordenone
PORDENONE - «Il Covid il fine settimana va in vacanza». Erano in molti ieri mattina a ironizzare sulla mancanza di controlli all’ingresso dell’ospedale...

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PORDENONE - «Il Covid il fine settimana va in vacanza». Erano in molti ieri mattina a ironizzare sulla mancanza di controlli all’ingresso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli. Nessuna misurazione della temperatura, nessuno che vigilava sugli accessi con le mascherine indosso o sull’igienizzazione delle mani. Un porto franco: si poteva entrare e girare, utilizzando scale piuttosto che ascensori, con la mascherina giù e ipoteticamente anche con la febbre. Perchè nessuno controllava il rispetto delle norme anti-covid. Nulla. Il sabato e la domenica va così, come pure accade dal lunedì al venerdì dopo le 16.30, come se il virus, intelligente, si prendesse una pausa. La realtà è molto più “banale”: i volontari sono disponibili solo 5 giorni la settimana fino alle 16.30, quindi sabato e domenica ci si arrangia, come pure dalle 16.30 in poi. O meglio, si confida nel senso civico di chi entra in ospedale.

LA TELEFONATA
Ad avvisare di questa assurdità è una telefonata che racconta le misure di sicurezza a metà e l’ospedale abbandonato a se stesso il fine settimana. «Lo sapete che all’ingresso del Santa Maria degli Angeli non c’è alcun controllo? C’erano persone che giravano con la mascherina abbassata per i corridoi. Io sono entrato tranquillamente, nessuno mi ha chiesto nulla e nesuno mi ha misurato la temperatura. Ho chiesto spiegazioni a un’infermiera che ironicamente mi ha detto che “in ospedale il fine settimana il covid va in vacanza”. Scrivetelo, scrivete come garantiscono la sicurezza qui». Una notizia talmente assurda da sembrare irreale. Quindi bisogna verficare, andare al Santa Maria degli Angeli e vedere se è proprio così.
LA VISITA IN OSPEDALE
È da poco passato mezzogiorno e di persone che entrano in ospedale se ne vedono poche. Ma comunque ce ne sono. L’ingresso principale è libero. Non c’è nessuno: solo un cartello giallo, rosso e nero sul quale si legge a caratteri cubitali “Stop”, con tanto di mano disegnata a ricordare cosa significa, e “Igienizzare le mani”, “Misurazione automatica della temperatura”. Lo stop è lasciato al buon senso di chi entra, come pure l’igienizzazione delle mani. Ma la temperatura resta un mistero. Per rispetto è stata misurata prima dell’ingresso, ma si sarebbe potuti entrare anche con 39. Chiediamo alla portineria come possiamo misurare la febbre e gentilmente ci rispondono che il sabato e la domenica non si misura. Nel frattempo entrano una decina di persone, quasi tutte si igenizzano le mani e, a parte una, hanno la mascherina indosso.
IL GIRO 

Una volta entrati senza alcun problema è necessario provare la fase due: il giro tra i corridoi e le scale dell’ospedale. Anche in questo caso non si trova alcun paletto, non c’è nessun controllo e si può salire e scendere le scale anche ballando, come pure si incontrano persone che la mascherina ce l’hanno calata sotto il mento. Nelle sale di attesa dei vari reparti, quelli blindati come sempre, ci sono alcune persone che aspettano di fare visita ai pazienti. Due sorelle con la mamma appena uscita da Terapia Intensiva dopo un intervento, attendono fuori per poterla incontrare, una alla volta. Nemmeno a loro nessuno a misurato la febbre. «Ce lo stavamo chiedendo, infatti - sottolineano -. Il virus ringrazia». Il giro prosegue senza mai trovare ostacoli, come se il rischio contagio fosse passato, come se il Covid ormai avesse smesso di fare paura. In un ospedale dove la tutela del malato dovrebbe essere garantita sempre e comunque. Come quella di chi lavora, dal medico all’infermiere, dall’oss fino agli amministrativi. Il virus non va in vacanza. Almeno non a Pordenone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino