Olimpiadi rinviate, Dotto striglia gli atleti che si lamentano: «Noi privilegiati»

Luca Dotto a una passata Olimpiade (Ansa)
PADOVA - «Leggo post di atleti disperati con didascalie strappa lacrime perché dicono di essere sconvolti e aver fatto fatica e sacrifici per nulla visto che le...

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PADOVA - «Leggo post di atleti disperati con didascalie strappa lacrime perché dicono di essere sconvolti e aver fatto fatica e sacrifici per nulla visto che le Olimpiadi si faranno l'anno prossimo. Ragazzi ma stiamo dando i numeri?». L'azzurro del nuoto, Luca Dotto, campione europeo dei 100 sl e vicecampione del mondo, su Twitter riprende quegli atleti che si sarebbero risentiti del rinvio dei Giochi di Tokyo al 2021.


«Il vero dramma lo sta vivendo - scrive Dotto - chi è malato o chi alla fine di questo periodo perderà il lavoro o non saprà come dare da mangiare alla propria famiglia. Noi atleti professionisti siamo dei privilegiati e alcuni di noi stanno veramente sbarellando». Sui social si chiede solo se gli standard di qualificazione restano validi sino al 2021, o se andranno ripetuti, ma la sua posizione è assolutamente di condivisione sul rinvio dei Giochi. 

Trent'anni tra poche settimane, nel team Carabinieri (all'inizio era nella Forestale, poi confluita nell'Arma), padovano di Tombolo nato a Camposampiero, Luca Dotto è una delle stelle venete del nuoto italiano. Ed è anche uno che non ha mai avuto peli sulla lingua nell'esternare le sue posizioni. Fece scalpore il suo messaggio su Twitter con due sole parole, "tweet muto", con cui commentò, un paio d'anni fa, la prima pagina della Gazzetta dello Sport tutta dedicata a Wanda Nara,  fidanzata-procuratrice del bomber interista Mauro Icardi. «È bello vedere che nel più grande quotidiano di informazione sportiva italiano - spiegò poi - in prima pagina viene dato più spazio al trio Icardi Lopez Wanda Nara e alle loro scorribande, che alle nostre medaglie europee. Io non sto zitto. Perché è l’ennesima dimostrazione che la cultura sportiva italiana è ormai morta e sepolta. Tante altre discipline non hanno lo spazio che invece meriterebbero. Così si distrugge il lavoro degli atleti».


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Il Gazzettino