Coronavirus, la movida si è fermata. L'appello dei locali: «Aiuti anche per noi»

Una festa in discoteca
«Siamo stati i primi a chiudere, ad oggi non sappiamo quando sarà possibile riaprire: servono aiuti anche per i locali della notte e per chi fa...

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«Siamo stati i primi a chiudere, ad oggi non sappiamo quando sarà possibile riaprire: servono aiuti anche per i locali della notte e per chi fa intrattenimento». L'appello è Tito Pinton, da vent'anni gestore dello storico "Muretto", la discoteca simbolo del divertimento notturno di Jesolo e di tutto il litorale. Ed è da qui, che Pinton ha deciso di rivolgersi a tutte le istituzioni affinché nei prossimi interventi a sostegno del turismo ci siano degli aiuti anche per discoteche, discobar e pub. «Il nostro spiega il gestore del Muretto è uno dei settori più penalizzati, ad oggi non abbiamo certezze e non sappiamo quando sarà possibile riaprire. In Cina i club hanno già riaperto, per noi sarà più dura. Aprire con limitazioni e prescrizioni sarebbe difficile, per non dire impossibile anche perché il problema è sempre quello delle verifiche: chi accerterà il rispetto delle limitazioni? Per riaprire probabilmente sarà necessario fare la cosa più semplice: attendere che la situazione si normalizzi».

Un'attesa che però vorrebbe dire rimanere chiusi per tutta l'estate, con una perdita di fatturato per circa 50 milioni di euro su tutta la costa veneta. «In base alla situazione attuale aggiunge Pinton possiamo ipotizzare una riapertura per ottobre, ma nel frattempo le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di sopravvivere. Si parla di aiuti e sgravi per tutti, ma non per le discoteche e discobar. I nostri locali sono tra i punti di forza dell'offerta turistica, creano indotto e muovono migliaia di giovani per tutta l'estate. Abbiamo bisogno di un sostegno concreto, servono sgravi fiscali a più livelli e sostegni reali per pagare gli affitti dei locali. Oggi stiamo vivendo una situazione paradossale: nello stesso momento ci possono essere 300 persone dentro un supermercato ma le discoteche e i discopub devono rimanere chiusi. La situazione sanitaria è chiara a tutti - prosegue Pinton - come tutti siamo consapevoli della necessità del distanziamento sociale, ma il turismo deve essere tra i primi settori che deve essere messo nelle condizioni di poter ripartire. In questo settore ci siamo anche noi: da anni sentiamo dire che la prima industria italiana è il turismo, ora ci attendiamo un'attenzione adeguata all'intero comparto, locali compresi. Non tutte le attività che rimarranno chiuse durante l'estate, tra sei mesi avranno la forza economica di riaprire e ogni locale che chiuderà i battenti definitivamente rappresenterà una perdita per l'offerta turistica. Per questo ci attendiamo una maggiore considerazione e qualche aiuto in più. Riteniamo di rappresentare una parte importante della nostra economia, per questo se ora ci viene chiesto un sacrificio riteniamo che sia giusto ricevere un sostegno».
DIRETTA INSTAGRAM

E per marcare ulteriormente la forza delle discoteche, sabato scorso Pinton, ha lanciato una diretta Instagram proprio dal Il Muretto, con centinaia di utenti, registrando centinaia di contatti. «Anche questo è un modo per fare aggregazione conclude il gestore della discoteca jesolana anche se via streaming. Chi si collega al momento della diretta può fare un tour virtuale del locale, ascoltare la musica e vedere chi è collegato. Praticamente può ottenere quasi lo stesso effetto di essere in discoteca pur rimanendo a casa. È un modo per ribadire l'essenza del nostro lavoro, ovvero l'importanza dell'intrattenimento e del divertimento. Altri locali potrebbero seguire questo esempio, assieme possiamo difendere il nostro patrimonio e tenere viva l'anima dell'aggregazione».
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Il Gazzettino