Miriam stroncata a 42 anni dal tumore e dal coronavirus

Il sorriso di Miriam Parisotto in una foto tratta dal suo profilo facebook
PADOVA - Si è spenta ad appena 42 anni allo Istituto oncologico Veneto (Iov), dopo una lotta contro il tumore durata dieci anni. Miriam Parisotto non ce l'ha...

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PADOVA - Si è spenta ad appena 42 anni allo Istituto oncologico Veneto (Iov), dopo una lotta contro il tumore durata dieci anni. Miriam Parisotto non ce l'ha fatta. Allo Iov è stata seguita e curata a lungo, allo Iov negli ultimi mesi è stata probabilmente anche contagiata dal Covid-19. Lei che sui social con ottimismo, indicava il motto "Se ti vuoi bene rimani a casa. Metti il virus alla porta". Un impiego  alla Corvallis, l'entusiasmo di partecipare alla Pink Run, un modo per  sconfiggere il dolore e per cementare la solidarietà contro la malattia.


Alla fine il tumore e il coronavirus hanno fermato la sua vita. Il marito Fabio Creti,  ha dichiarato a "Il mattino di Padova" le sue perplessità sulla gestione del triage allo Iov, forse troppo semplicistico a suo parere, per i visitatori esterni, in alcuni orari anche chiuso. E ha aggiunto che Miriam era entrata allo Iov il 13 marzo, e poi era risultata positiva al tampone fattole il 22: e con lei anche le due compagne di stanza.


Sulla gestione del triage allo Iov il direttore sanitario Maria Giuseppina Bonavina ha inviato una nota. «Le misure di sicurezza all’Istituto oncologico veneto sono scattate dal 22 febbraio – si legge -. Il triage esterno è stato attivato il 12 marzo. Chi accede allo Iov è sottoposto a controllo della temperatura e a un breve colloquio, la mascherina è obbligatoria come l’igienizzazione delle mani con apposito gel. Il triage esterno attualmente è attivo dalle 6.30 alle 20, in un primo momento è stato attivo fino alle 19. Il sabato a partire dalle 14 e la domenica il triage esterno è chiuso, ma è comunque attivo quello interno. L’accesso ai reparti (le porte sono chiuse) è controllato e consentito dal personale sanitario che provvede alle attività tipiche del triage. Sin da subito lo Iov ha seguito le indicazioni dell’Oms, del ministero della Salute e della Regione Veneto con l’obiettivo di tutelare la salute di pazienti, famigliari e personale sanitario. Per quanto riguarda le visite ai degenti abbiamo limitato gli accessi ad un solo visitatore al giorno per ricoverato, evitando gli assembramenti, per massimo 15 minuti. Inoltre, dal 17 marzo ad oggi continua la campagna di screening attraverso i tamponi orofaringei, secondo le direttive regionali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino