TRIESTE - Il blocco totale dei valichi di seconda categoria tra Italia (e quindi Friuli Venezia Giulia) e Slovenia, con l’istituzione di controlli a tappeto in...
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IL NODO
In una sola settimana, quella che si è conclusa domenica, in regione sono stati rintracciati 43 migranti positivi al Coronavirus. Altri 20 erano stati esaminati e trovati contagiati nei sette giorni precedenti. E soprattutto è avvenuto un cambiamento: non si tratta più solo di rintracci di persone che varcano il confine già positivi, ma dei cosiddetti “contagi da contagi”, quindi di migranti che sono stati infettati da altri richiedenti asilo nelle (poche) strutture per la quarantena. Di posti, attualmente, non ce ne sono più, e quelli esistenti non consentono il corretto distanziamento tra i gruppi che iniziano l’isolamento in momenti diversi. «È il motivo - ha spiegato il presidente Fedriga - per il quale stiamo urlando che il sistema non ce la fa più. Non riusciamo a sostenere questo carico e rischiamo una situazione esplosiva. Diremo al ministro che non solo deve trasferire i migranti fuori dalla nostra regione, ma che non deve proprio farceli arrivare». Ma nel concreto, si tratterà di trovare soluzioni nell’immediato.
L’EX CASERMA
«Chiederemo al ministro Lamorgese - ha spiegato l’assessore alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti - di consentire lo svuotamento completo dell’ex caserma Cavarzerani di Udine. In quel modo potremo allestire un centro unico per la quarantena dei migranti in un luogo sicuro e di dimensioni notevoli». Solo ieri sono iniziati i primi trasferimenti verso altre regioni proprio dal sito di Udine, ma di migranti all’ex Cavarzerani ce ne sono ancora 234. La Regione chiede che si arrivi a zero. «La soluzione - ha ribadito Fedriga - non è quella di sparpagliare i migranti che arrivano in tutta la regione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino