Coronavirus e migranti, Fedriga "affronta" il ministro Lamorgese: "Chiuda i confini, siamo allo stremo"

La recente protesta dei migranti all'ex caserma Cavarzerani di Udine
TRIESTE - Il blocco totale dei valichi di seconda categoria tra Italia (e quindi Friuli Venezia Giulia) e Slovenia, con l’istituzione di controlli a tappeto in...

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TRIESTE - Il blocco totale dei valichi di seconda categoria tra Italia (e quindi Friuli Venezia Giulia) e Slovenia, con l’istituzione di controlli a tappeto in corrispondenza di quelli principali; il trasferimento fuori regione di una quota «consistente» di migranti in altre regioni, la modifica della legge che obbliga i Comuni a farsi carico dei minori stranieri non accompagnati e l’uso della tecnologia (droni, camere termiche) per fermare i flussi di irregolari. Ma soprattutto la soluzione dell’emergenza del momento, cioè l’esigenza di trovare dei luoghi idonei per far trascorrere ai migranti la quarantena sanitaria. E almeno su quest’ultimo punto, la Regione farà la voce grossa, perché il problema rischia di esplodere su tutto il territorio, anche a Pordenone. Sono questi i temi caldi che oggi atterreranno sul tavolo del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. La titolare del Viminale sarà a Trieste e incontrerà il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, il vicepresidente Riccardi e l’assessore Roberti, oltre ai rappresentanti delle Prefetture, incluso il viceprefetto di Pordenone, Alessandra Vinciguerra. 

IL NODO
In una sola settimana, quella che si è conclusa domenica, in regione sono stati rintracciati 43 migranti positivi al Coronavirus. Altri 20 erano stati esaminati e trovati contagiati nei sette giorni precedenti. E soprattutto è avvenuto un cambiamento: non si tratta più solo di rintracci di persone che varcano il confine già positivi, ma dei cosiddetti “contagi da contagi”, quindi di migranti che sono stati infettati da altri richiedenti asilo nelle (poche) strutture per la quarantena. Di posti, attualmente, non ce ne sono più, e quelli esistenti non consentono il corretto distanziamento tra i gruppi che iniziano l’isolamento in momenti diversi. «È il motivo - ha spiegato il presidente Fedriga - per il quale stiamo urlando che il sistema non ce la fa più. Non riusciamo a sostenere questo carico e rischiamo una situazione esplosiva. Diremo al ministro che non solo deve trasferire i migranti fuori dalla nostra regione, ma che non deve proprio farceli arrivare». Ma nel concreto, si tratterà di trovare soluzioni nell’immediato. 
L’EX CASERMA

«Chiederemo al ministro Lamorgese - ha spiegato l’assessore alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti - di consentire lo svuotamento completo dell’ex caserma Cavarzerani di Udine. In quel modo potremo allestire un centro unico per la quarantena dei migranti in un luogo sicuro e di dimensioni notevoli». Solo ieri sono iniziati i primi trasferimenti verso altre regioni proprio dal sito di Udine, ma di migranti all’ex Cavarzerani ce ne sono ancora 234. La Regione chiede che si arrivi a zero. «La soluzione - ha ribadito Fedriga - non è quella di sparpagliare i migranti che arrivano in tutta la regione».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino