Litorale di Rosolina Mare deserto, operatori disperati: "Non so se riapriremo"

La spiaggia di Rosolina Mare deserta ieri
ROSOLINA - Una Rosolina Mare pressochè deserta ieri è stata regno del kitesurf. Sarà stata la mattinata nuvolosa, il vento o, ancora, l’incertezza del...

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ROSOLINA - Una Rosolina Mare pressochè deserta ieri è stata regno del kitesurf. Sarà stata la mattinata nuvolosa, il vento o, ancora, l’incertezza del delicato momento, ma sta di fatto che non sono stati in molti a scegliere il litorale di Rosolina Mare, non tanti almeno quanto si poteva immaginare per la giornata festiva dopo il lungo lockdown.


SPORTIVI IN AVANSCOPERTA
Nella cosiddetta Fase 2, ieri a riappropriarsi del mare e della costa rosolinese sono stati così, favoriti dal forte vento caldo, gli amanti del kitesurf oltre a qualche temerario nuotatore e ad alcune coppie e famiglie a passeggio sulla riva, il tutto sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine e della Protezione civile impegnati nel controllo delle strade di accesso fino in riva a mare. E in una Rosolina Mare dove è ancora tanta l’incertezza, c’è chi si fa sentire per esprimere la voglia di ritornare in attività.

LE PROTESTE
«Abbiamo aperto venerdì e deciso di essere operativi tutti i giorni per dare continuità al servizio, ma anche per motivarci – racconta Silvana Marangon, che gestisce il bar Il Gattaccio in piazza San Giorgio -. Sabato abbiamo ricevuto tantissimi ordini per le brioche, c’è stato un bel ritorno delle persone che sono venute a riaprire le case e tante sono venute in spiaggia. Oggi (ieri, ndr) invece c’è molta meno gente. Siamo molto dispiaciuti per i dipendenti che non possiamo chiamare a lavorare, ma anche per il fatto che è demotivante dover mandare via i clienti che magari vogliono solo fermarsi a fare due chiacchiere dopo essere stati serviti: questo non è il mio lavoro. La cosa peggiore è che non sia ancora possibile stare in spiaggia: qui si viene per andare al mare e se non aprono gli stabilimenti si ferma tutto».

ATMOSFERA SURREALE
In un clima quasi surreale per una località che ricorda il periodo che anticipa l’estate, solitamente pieno di pendolari, oggi si vive di attesa e le persone che hanno scelto di godersi la tanto agognata domenica in spiaggia, nonostante l’impossibilità di poter stendersi a prendere il sole, hanno rispettato le regole proteggendosi e mantenendo le distanze di sicurezza. «Sabato c’era abbastanza gente che girava – racconta Cristina Veronesi, titolare della ferramenta che in piazza San Giorgio porta il suo cognome -, ma l’ho vista comportarsi bene, indossando le mascherine. Tutti hanno paura e seguono le regole. Certo, hanno voglia di fare un giro al mare e hanno ragione perché sono a casa da oltre due mesi. In spiaggia, ma anche lungo la passeggiata romantica, oggi invece c’era pochissima gente a passeggio. C’erano tantissimi kitesurf e qualche persona che nuotava».

GLI ESERCENTI

In centro c’è anche qualche esercente, tra quelli che avrebbero potuto aprire, che ha scelto di non farlo e forse la serranda non la alzerà più. «Oggi c’è qualcuno, ma nulla di che – commenta Nicola Brugiolo, titolare del Bar Sole di viale dei Pini, al momento chiuso - La cosa dolorosa è che si percepisce benissimo che la gente ha voglia di una domenica di spiaggia, ma in totale libertà, anche se l’affluenza non è stata un granché perché ancora non si capisce come ci si deve muovere. Se tutto fosse stato nella normalità oggi Rosolina Mare sarebbe intasata: le domeniche di maggio sono tra quelle in cui incassiamo di più per il turismo giornaliero che ha necessità di tutto, dalla colazione alla cena. Pensare a una stagione senza assembramenti è impossibile e per quanto mi riguarda sono restio a pensare ai distanziamenti di 4 metri tra tavoli. Noi a settembre chiudiamo e credere di far vivere imprese con due mesi scarsi di lavoro è da folli». Quale potrebbe quindi essere lo scenario futuro? «I commercianti sono amareggiati – chiude Brugiolo - Le poche persone che oggi sono venute al mare sono andate in spiaggia e il centro è stato deserto. Un locale non può stare in piedi facendo 10 caffè: un conto è sopravvivere, ma lavorare e creare posti di lavoro è un’altra storia. Attendo le nuove linee guida, ma come molti miei colleghi non escludo di non riaprire più».
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Il Gazzettino