MONTEBELLUNA (TREVISO) - «Non avrei mai pensato di diventare una youtuber a 56 anni». Occhiali, zero trucco e capelli raccolti, Carla Crosato non è certo il...
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Anche a voi è stato fornito un tutorial?
«Sì. Premetto che sono tuttaltro che smart. Sarà la mia formazione classica. Uso come tutti la tecnologia quel tanto che serve al quotidiano. Però, dalla mia, ho una certa curiosità. Quindi come prima cosa ho cercato di seguire il tutorial che ci era offerto da Spaggiari, lazienda che fornisce il registro elettronico. Però senza mio figlio Alvise difficilmente sarei riuscita a crearmi le credenziali e la password».
Un aiuto determinante?
«Sì. Alvise ha 20 anni ed è bravissimo con la tecnologia. Gli ho spiegato che cosa mi serviva e lui mi ha dato una mano».
Poi cosè avvenuto?
«Il mio pc mi dà la possibilità di registrare i video. Per cui mi sono messa davanti allo schermo e ho spiegato gli argomenti esattamente come avviene in classe. Questo è possibile per le lezioni frontali, non per i laboratori».
Sino ad ora quante lezioni ha registrato?
«Ne faccio due al giorno. Una di storia per i ragazzi di seconda superiore. E una di letteratura per i ragazzi di quinta. Io insegno in un liceo con indirizzo artistico e linguistico».
Lidea è nata per la quinta?
«Sì, hanno la maturità e non devono perdere tempo. Non cè da scherzare con lesame di stato».
Come riesce a controllare nel concreto che la lezione sia stata vista dai ragazzi?
«Intanto controllo le visualizzazioni. Ma quelle non danno il nome di chi visualizza. Per cui poi inizio a interrogare e interagire sul forum. Lì non si può barare».
Come funziona il forum?
«Il registro elettronico dà la possibilità di costituire unaula virtuale in cui vengono caricati tutti gli studenti per nome. Lì, per iscritto, io pongo le domande e loro rispondono. Tutti vedono le domande e le risposte di tutti. Esattamente come in aula».
Perchè non ha pensato alle lezioni in streaming?
«I nostri studenti provengono da contesti molto diversi. Non tutti hanno la fibra o i giga illimitati. Non tutti hanno la tecnologia giusta per essere connessi con facilità allora prestabilita. Alcuni dispongono solo del telefonino o devono chiedere accesso tramite il pc dei genitori. Ho pensato fosse meglio produrre dei contenuti con possibilità illimitata di accesso ai ragazzi. Bisogna essere molto attenti a non discriminare».
Altri insegnanti usano skype o piattaforme diverse. Ci ha pensato?
«Sì, ma a parte le complicazioni dovute allinesperienza mia, non voglio che i ragazzi si debbano loggare. Perché cè il tema della profilazione dei dati di minorenni. Youtube mi funziona perché mi espongo io e loro sono sicuri».
I ragazzi come hanno reagito alle lezioni virtuali?
«Sono stranamente affascinati dalle spiegazioni su youtube. Ho aperto contestualmente un gruppo whatsapp per gestire meglio questi giorni di sospensione. Lì la comunicazione è più diretta. E lì i ragazzi mi danno i feedback sulle lezioni. Cè davvero tanto entusiasmo».
Come spiega l'apparente paradosso che vede chiuse le scuole e mai così vicini professori e allievi?
«Alla fine credo che i ragazzi amino la scuola. E forse anche loro si sentano in un limbo. Direi che noi insegnanti, con la tecnologia, abbiamo colto nel segno, perché l'idea che i professori usino i loro strumenti fa sentire i ragazzi più capiti valorizzati. L'avvicinamento tecnologico ha prodotto un avvicinamento emotivo»
.Elena Filini
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Il Gazzettino