Coronavirus, sciacalli in azione: spaccata nel ristorante di Cannaregio a Venezia

Coronavirus, sciacalli in azione: spaccata nel ristorante di Cannaregio a Venezia
VENEZIA Per il ristorante Ogio, quella tra venerdì e sabato è stata una notte da dimenticare. Situato in fondamenta Cannaregio, a due passi dal sottoportego dei...

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VENEZIA Per il ristorante Ogio, quella tra venerdì e sabato è stata una notte da dimenticare. Situato in fondamenta Cannaregio, a due passi dal sottoportego dei Vedei, il locale ha subìto un atto di sciacallaggio da parte di ignoti. L'ennesimo, in centro storico, nell'ambito della ristorazione, in quanto solo pochi giorni prima un fatto simile era accaduto anche al ristorante Da Sara, in calle San Pantalon, dov'era stata sfondata la porta. Azioni di furto con molta probabilità favorite dal momento di emergenza che stiamo vivendo, in cui le strade della città appaiono più vuote e buie del solito a causa delle tante attività commerciali costrette alla chiusura. 


DANNI PER DUEMILA EURO
«Hanno rubato il tablet che fa da cassa è il bilancio amaro dello chef nonché direttore del ristorante veneziano, Samuele Benetollo e dentro al quale abbiamo pure il nostro programma gestionale, con una serie di dati sensibili. Per questo siamo stati costretti a bloccare tutto il prima possibile. Sono entrati sfondando la serratura della porta d'ingresso chiusa a doppia mandata». Dalla cassa sono sparite inoltre le poche monetine da 2 e 5 centesimi oltre secondo una prima occhiata effettuata nel corso della mattinata di ieri alcune bottiglie di superalcolici. «Di whisky e rum dal costo di 45-50 euro l'una», aggiunge Benetollo, sottolineando come in termini economici il danno economico si aggira al momento intorno ai duemila euro. Perché se da un lato sono da mettere in conto i furti, dall'altro pure i danni provocati all'interno del locale. Un'attività, quella dell'Ogio, trasferitasi in fondamenta due anni fa, dopo esser stata portata avanti per lungo tempo in campo dei Gesuiti. E che recentemente tra i suoi ospiti d'eccezione ha avuto il cuoco e conduttore televisivo Alessandro Borghese, in occasione della registrazione di una puntata tutta veneziana del programma 4 ristoranti. 
 
TELECAMERA SPENTA
«Abito a 50 metri di distanza dal ristorante continua Benetollo . Passo ogni giorno per controllare che non ci siano problemi. C'ero stato anche venerdì, attorno alle 17, ed era tutto a posto. Ma ieri mattina gli spazzini hanno notato la porta socchiusa, così hanno chiamato l'esercito solitamente appostato in campo del Ghetto. Quando hanno capito quanto accaduto mi hanno avvertito ed io sono arrivato di corsa da San Donà, dov'ero impegnato nel servizio di colazione per i medici dell'ospedale». Questa la situazione una volta entrato nel locale: tutto un po' a soqquadro, con gli armadietti rovesciati. «All'altezza dell'hotel Ca' Dogaressa, distante pochi metri, c'è una telecamera esterna ma a quanto pare non funzionante. Purtroppo penso siano stati dei veneziani perché in questi giorni, in città, girano soltanto i residenti».

«SPARANO SULLA CROCE ROSSA»

«Mi auguro che quanto accaduto serva a lanciare l'allarme commenta Orietta Miotto, trevigiana, titolare del ristorante insieme a Paolo Specchio . Mi appello ai miei colleghi e a tutte le persone affinché stiano attenti. Questi ladri sparano sulla Croce Rossa». Ad esprimere il proprio messaggio di vicinanza, il direttore Aepe Ernesto Pancin: «È uno sciacallaggio inaccettabile. Considerando che di episodi così ce ne sono stati altri, lancio un appello al prefetto Zappalorto e al questore Masciopinto affinché siano potenziati i controlli in questo momento in cui è tutto chiuso. Chi arreca danni ad aziende già in ginocchio va sanzionato severamente». 
Marta Gasparon  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino