Sconfigge il coronavirus: paese in festa per il ritorno a casa di Walter

TREVIGNANO Una miriade di bandierine e palloncini sulle recinzioni delle case intorno e un grande cartellone appeso alla sua. E l'affetto e il calore di un intero borgo,...

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TREVIGNANO
Una miriade di bandierine e palloncini sulle recinzioni delle case intorno e un grande cartellone appeso alla sua. E l'affetto e il calore di un intero borgo, quello di via Foscolo a Falzè di Trevignano. Una cinquantina di persone che si conoscono da sempre e che, questa volta, hanno avuto un evento speciale da celebrare: il ritorno a casa, dopo due mesi di ricovero, di Walter Morellato. 58enne di Falzè, titolare, assieme alla moglie Daniela Pandolfo, di una tabaccheria a Montebelluna. Rimasta chiusa, inevitabilmente, per quattro settimane. 


LE DIMISSIONI
Walter era entrato in ospedale lo scorso 18 marzo, ne è uscito ieri. In mezzo, due mesi di paura e sofferenza, lontano dalla moglie, dalle figlie, dalla sua gente. Che lo ha accolto, alle 17,30 di ieri, all'arrivo in auto, con un lunghissimo applauso. Nessun brindisi, nessun rinfresco, tutti rigorosamente con mascherina. Ma l'aria di festa c'era tutta. Negli occhi della gente, nel radunarsi per quell'appuntamento atteso due mesi, nelle lacrime agli occhi quando la Mini nella quale Walter viaggiava è sbucata lungo la strada. E lui, visibilmente provato dal Covid, con venti chili in meno ma felice di esserci e potersi raccontare, ha risposto a tutti con altrettanto calore. «Abbiamo vinto la battaglia - sono state le sue prime parole -. Ce l'ho fatta grazie a medici e infermieri bravissimi; sia quelli della terapia intensiva, sia quelli della medicina». 

LA TESTIMONIANZA
«Quando mi sono svegliato, mi sono guardato e ho preso paura. I muscoli erano spariti». E lancia un messaggio soprattutto ai giovani. «State attenti a non sottovalutare la malattia. È una brutta bestia, il peggiore dei mali. Si rischia moltissimo. Finché ero lì, sono morte almeno due persone, e fra i ricoverati c'è stata anche una ragazza giovanissima, poco più che ventenne. Leggo che ora i ragazzi si raggruppano e chiedo loro di non farlo». Walter è convinto di aver contratto la malattia al lavoro. «Penso di averla presa in tabaccheria, anche se sono stato uno dei primi a indossare la mascherina; probabilmente, però, maneggiando dei soldi mi è stata trasmessa». Prima di allora stava bene, pur essendo stato operato anni fa di un aneurisma. «Pensava di avere un semplice mal di gola - racconta la moglie Daniela -. Il Covid si è presentato infatti in una maniera improvvisa, solamente con un'ossigenazione un po' bassa. Questo è stato un campanello d'allarme e il giorno dopo il ricovero è stato intubato». Emozionatissime le figlie, Martina di 23 anni e Francesca di 15. «Non avevamo mai visto nostro papà piangere - raccontano - ma quando ci vedeva attraverso il video piangeva». Ora, è il momento di ripartire. Dagli affetti della famiglia, dello splendido borgo capitanato da Tiziano Bordignon, una sorta di capo villaggio, di amici come il consigliere comunale Pierluigi Sartor e l'assessore di Montebelluna Claudio Borgia, ieri presenti. Come era presente il parroco, Don Silvio Caterino. «Ho sentito vibrare la fede intensa e viva delle persone - dice -. Ho sentito che il Signore ce lo avrebbe rimandato a casa». E il Don non si è sbagliato. 

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Il Gazzettino