VO’ - Aveva sconfitto il Covid per due volte, ma alla fine si è arresa alle altre patologie di cui soffriva: un tumore ai polmoni e un problema al cuore. Ligia...
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PLEURITE
Il tumore ai polmoni le era stato diagnosticato in autunno, dopo una pleurite. A gennaio aveva iniziato le radio e le chemioterapie a Schiavonia. Fino a quel venerdì 21 febbraio quando l’ospedale è stato blindato e Vo’ è diventato zona rossa. «Tre giorni dopo aveva 39 di febbre, aveva contratto il virus – racconta la nuora Antilia – Dopo due settimane a Padova, nel reparto Malattie Infettive insieme al marito, è stata dimessa con doppio tampone negativo ma non ha più ripreso le chemio: i medici ci dicevano che il fisico era ancora debilitato, l’ospedale di Schiavonia era chiuso e raggiungerne altri era gravoso per lei».
Le sue condizioni, intanto, peggiorano: accusa forti dolori alla schiena, si regge in piedi a fatica. A fine maggio i familiari ne chiedono il ricovero a Schiavonia, ma i reparti devono ancora riaprire. Ligia deve aspettare qualche giorno. La notte del 1. giugno la 64enne viene colta da un ictus: scatta il ricovero al “Madre Teresa di Calcutta”. Il tampone è di nuovo positivo. Dopo due settimane Ligia sconfigge per la seconda volta il Covid-19 ma domenica mattina il suo cuore smette di battere, lasciando nel dolore il marito Silvio Canevarolo, i tre figli Diana, Michele e Katia e i nipoti.
BONTÁ D’ANIMO
«Avrebbe dato qualsiasi cosa per loro – afferma la nuora – era una donna di poche parole ma con una grande bontà d’animo». Da giovane aveva lavorato per una ditta di peluche, poi come cuoca negli agriturismi dei Colli. Il funerale verrà celebrato domani alle 11 nella chiesa di Vo’.
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Il Gazzettino