Anche la campionessa paralimpica "prigioniera" all'estero: «Bloccata a Fuerteventura»

Francesca Porcellato
TREVISO - Bloccata in ritiro a Fuerteventura per colpa dei voli cancellati per l’emergenza coronavirus. Francesca Porcellato, campionessa paralimpica di Riese PIo X,...

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TREVISO - Bloccata in ritiro a Fuerteventura per colpa dei voli cancellati per l’emergenza coronavirus. Francesca Porcellato, campionessa paralimpica di Riese PIo X, portacolori dell’Active Team La Leonessa di Brescia, da gennaio si trova confinata nell’isola delle Canarie assieme al marito e allenatore Dino Farinazzo. «Spero di riuscire a tornare per maggio - dice - Quando dovevamo rientrare non c’erano più collegamenti aerei e allora siamo dovuti rimanere qui». 


LA TRASFERTA
La campionessa come ogni anno a gennaio, si trasferisce  a Fuerteventura per un periodo di allenamento. La temperatura favorevole anche nei mesi invernali permette infatti a molti atleti, soprattutto ciclisti, di affrontare sedute di preparazione più performanti. Francesca stava tentando di conquistare il pass olimpico per  Tokyo. Sarà sicuramente la sua ultima olimpiade, dopo l’esordio nel lontano 1988 a Seul.
L’obiettivo era chiudere a luglio la sua esperienza a cinque cerchi, alla soglia dei 50 anni. La “rossa volante” dovrà rimandare di dodici mesi, ma è sicura di esserci. «Ogni anno noi veniamo qui per preparare la stagione - spiega Francesca - abbiamo un appartamento con vista sull’oceano. Non posso dire che si stia male, ma la nostra permanenza è comunque forzata. Quando stavamo per tornare in Italia siamo stati bloccati in aeroporto: non c’erano più voli a causa dell’epidemia da coronavirus. Così siamo stati costretti a tornare nel nostro appartamento e continuo ad allenarmi qui». 

LA QUARANTENA
La giornata di Francesca, sotto l’occhio attento del marito-allenatore, è molto intensa nonostante la quarantena: «Anche se fossimo rientrati saremmo dovuti stare in casa. A questo punto è forse meglio stare qui - ammette Francesca - Potrei pure uscire visto che abbiamo un terreno di allenamento poco distante, ma per rispetto alle persone che seguono la quarantena rimango a casa. Anche perché a Fuerteventura i poliziotti sono molto rigidi. Abbiamo sentito che ci sono dei casi di positività ma quello che ci preoccupa di più è che ci sono soltanto due o tre posti di terapia intensiva nel piccolo ospedale locale, quindi meglio stare attenti. Per quanto concerne invece la mia giornata - continua - al mattino faccio ginnastica e mi metto davanti alla finestra che dà direttamente sul mare. Al pomeriggio invece faccio rulli. Un pochino noioso ma non ci sono molte alternative. Comunque la temperatura è fantastica: più di 20 gradi e sempre giornate di sole». 
LA STAGIONE

Sul rientro in Italia invece buio pesto: «Sinceramente non ne sappiamo nulla. Speriamo che a maggio qualcosa si sblocchi anche perché con tutta l’attrezzatura che ho, tra carrozzine da passeggio e da gara, devo organizzarmi bene e per tempo». Dubbi anche sul fronte agonistico: «Con il rinvio di Tokyo è saltato tutto. A giugno c’erano anche i mondiali in Belgio e anche quelli sono saltati. Pare si terranno verso la fine dell’anno ma potrebbero anche essere cancellati. Ancora non si sa. A questo punto potrebbe saltare tutto il calendario e non sappiamo cosa fare. Certo, continuo al allenarmi e poi programmeremo la stagione quando ci saranno indicazioni precise. Anche perché a Tokyo voglio esserci: sarà la mia ultima olimpiade e il mio addio allo sport ad alto livello. Poi continuerò ma in maniera più tranquilla. Il rinvio? Mi danneggia e danneggia tutti gli atleti avanti con gli anni. Penso però penso che sia stata una decisione giusta perché la salute viene prima di tutto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino