PADOVA - Anche a Padova la fine dello stop alla circolazione tra le regioni non è rimasto senza conseguenze. Ieri per tutta la mattinata, infatti, in stazione...
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Che questi treni siano stati particolarmente gettonati, lo conferma anche un’altra circostanza. Non sono bastati per tutti i “kit di sicurezza ” che, normalmente, vengono distribuiti ai passeggeri delle “Frecce” . Kit che contegno, tra le altre cose, una mascherina, una bottiglia d’acqua e un copri poggiatesta. Da ieri, poi, sono state potenziati anche i Freccia rossa per Roma e Napoli che ora sono 12 al giorno e quelli per Milano (10). Nonostante la stazione da ieri sia tornata ad animarsi, i servizi sono ancora ridotti all’osso a causa dell’emergenza epidemiologica. In teoria, infatti, già ieri avrebbero dovuto riaprire tutte le biglietterie. Di fatto, però, a rimanere aperti sono stati solamente 2 sportelli su 6. Continuano i rimanere chiusi, invece, i 2 bar all’interno della stazione ferroviaria e questo sta creando più di qualche disagio ai viaggiatori. A dire il vero, ieri non è stata la prima volta che la stazione è tornata ad animarsi dopo la battuta d’arresto legata al Coronavirus.
omenica scorsa, per esempio, sono stati letteralmente presi d’assalto i treni diretti a Venezia. Tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio sulle banchine si sono assembrate, infatti, molte persone in attesa dei treni in partenza per il capoluogo lagunare. Tanto è vero che, in alcuni casi, la Polizia ferroviaria è stata costretta a intervenire per invitare i viaggiatori a evitate di salire tutti assieme sullo stesso convoglio e ad attendere la corsa successiva. Le norme sul distanziamento sociale, infatti, impongono la diminuzione drastica dei passeggeri anche all’interno dei treni. Che la massa di persone diretta a Venezia domenica sia stata imponente, lo conferma anche una’altra circostanza. Trenitalia, infatti, ha dovuto istituire dei treni supplementari durante tutta la giornata. Non solo. Nella fascia 16.30- 18, per esempio sono stati attivati due treni speciali nella tratta Verona - Venezia. Fino all’ora di cena, poi, praticamente tutti pieni sono stati i treni di ritorno dal capoluogo lagunare. A palazzo Moroni, intanto, si lavora allo studio di fattibilità della nuova stazione. Palazzo Moroni, assieme a Ferrovie dello Stato e al ministero delle Infrastrutture, ad aprile ha raggiunto un accordo per un progetto di ampio respiro. I punti salienti, dell’intesa, sono l’individuazione di una soluzione che permetta al traffico merci di non dover più attraversare la stazione centrale.
Non solo. La nuova stazione dovrà essere rigenerata anche immaginando un collegamento tra il quartiere Arcella e il centro. I ragionamenti si sono allargati anche a interventi di riqualificazione urbanistica su aree di competenza di Fs e Rfi . Si è ragionato anche su una possibile connessione, possibilmente con mezzi ecologici , tra la stazione, l’ospedale in via Giustiniani e il nuovo polo della Salute che dovrà trovare posto a Padova est. «L'emergenza sanitaria che continuiamo e continuo a gestire ogni giorno non ferma la visione strategica per la città e le grandi progettualità a cui continuiamo a lavorare senza sosta – ha spiegato in quell’occasione il sindaco Sergio Giordani -. Proprio perché arriveranno tempi in cui potremmo dover affrontare contraccolpi economici di sistema legati all'epidemia, è oggi più importante di ieri, far fluire investimenti e opere su Padova».«Rigenerazione urbana, connessioni sostenibili tra stazione e punti strategici, connessione Arcella-quartiere Centro tramite una nuova Stazione, Alta velocità e rafforzamento del nostro già eccellente Polo Logistico con adeguate infrastrutture – ha aggiunto –. Sono tutte cose che, se da un lato aumenteranno la qualità della vita dei padovani, dall'altro aumenteranno l'interattività della città e getteranno le basi per farne un polo attrattivo per i grandi flussi di merci su rotaia e quindi per investimenti internazionali in generale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino