Il presidente dei costruttori: «Zero ordini, ci salveranno le opere dei Comuni»

Mauro Cazzaro, presidente dell'Ance padovana
PADOVA - «Momento tragico per le costruzioni, si ripartirà soprattutto dai piccoli appalti e dalle manutenzioni. I sindaci avranno un ruolo fondamentale nel...

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PADOVA - «Momento tragico per le costruzioni, si ripartirà soprattutto dai piccoli appalti e dalle manutenzioni. I sindaci avranno un ruolo fondamentale nel valorizzare gli operatori locali che possono garantire affidabilità, qualità delle opere e prossimità ai luoghi di esecuzione dei lavori». Il presidente di Ance Padova, Mauro Cazzaro, in una lettera ai primi cittadini della provincia, fa loro appello per avviare un confronto che metta al centro alcune misure – rientranti nella sfera di competenza delle amministrazioni locali – al fine di sostenere l’economia e le imprese del territorio. 


«Il sistema delle costruzioni sta vivendo una situazione straordinaria di estrema criticità, che genera grande preoccupazione tra gli operatori in quanto alle difficoltà contingenti si sommano ulteriori previsioni nefaste sul fronte degli investimenti privati. I lavori ripresi in queste settimane porteranno infatti a compimento i contratti conclusi prima della pandemia. Al momento le nostre imprese non registrano nuovi ordini e ciò è dovuto sia all’attesa di capire la fattibilità delle recenti misure varate nel decreto Rilancio per il risparmio energetico e la sicurezza antisismica (Ecosismabonus al 110%), sia alla prevedibile prudenza delle famiglie che tendono più a risparmiare che ad investire. A questo va aggiunto che le necessità di attuare nei cantieri complesse misure di contrasto e di contenimento alla diffusione del virus e, non di meno, di rimodulare l’intera organizzazione del lavoro, hanno inevitabilmente comportato un significativo rallentamento della produttività e un inasprimento degli oneri a carico delle imprese».
 

«In sostanza - prosegue Cazzaro - la reale ripartenza del settore dipenderà, in maniera ancora più stringente, dagli investimenti delle amministrazioni pubbliche, e in particolare dalle opere programmate dai Comuni, come anche da Geni Civili, Asl, Consorzi, Ater, Multiutility. Se l’unica vera leva saranno le infrastrutture pubbliche, il ruolo e la responsabilità dei sindaci diventa cruciale al fine di salvare l’economia e l’occupazione locale mettendo in atto comportamenti virtuosi. Auspico che per i piccoli e medi interventi e per le opere di manutenzione, cioè per lavori di importo complessivo inferiore ad un milione di euro, si faccia  ricorso a procedure semplificate di negoziazione degli affidamenti, selezionando a rotazione gli inviti alle imprese sulla base di requisiti preferenziali, come: comprovata affidabilità e reputazione, competenze ed esperienze pregresse, rispetto di regolarità in materia ambientale, di legalità, di responsabilità sociale e della tutela dei lavoratori e,  soprattutto, idoneità operativa di prossimità rispetto al luogo di esecuzione dei lavori. Ciò potrà accelerare i tempi di esecuzione dei progetti tutelando concretamente gli standard qualitativi delle opere pagate con i soldi dei cittadini e, al contempo, mantenere in vita le nostre imprese, per il 90% piccole e medie, in grado di generare occupazione a decine di migliaia di lavoratori nella nostra provincia. Investire in edilizia significa creare un volano anche per i molteplici settori dell’indotto, evitando che da quella sanitaria, il territorio finisca in un’irreversibile emergenza economica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino